Pasquale Stanislao Mancini - Discorso ... sulla questione romana e sulle condizioni ...

' ~lJ facendo la via già percorsa da tanti oratori che mi precedettero , per tentare di raccogliere dietro i loro passi qualche fatto obbliato o qualche parafrasi dei loro concetti. Dirò anzi francamente quale sia l'effetto in me prodotto da quella enumerazione di particolari gravami, che ci furono più o meno esattamente riferiti intorno all'alnminìstrazione delle provjncie napolitane. All'udire quei minuti fatti, e sovente vedendo da alcuni denunziare come danni gravi e manifesti quei provvedimenti che altre persone ragionevoli e sensate annoverano invece tra i benefizi del presente ordine di cose, mi pare che non si riescaJ ad altro che ad i1npicciolire un argomento troppo grave e doloroso (Bene ! al centro), a sfigurare il- concetto dei mali di quelle provincie, ad inç1urre negli animi una Hpe,cie di scettica incredulità, che :finisèe per attribuire una .larga parte de' mali medesimi all'esagerazione ed alla feconda e riscaldata immaginativa di quel popolo meridionale. (Bravo ! Bene! al cent'i'·o) Eppure, o signori, altamente lo dichiaro, un malessere, un profondo malessere realmente e$iste nelle provincie napoletane; mentirebbe a Dio ed alla sua coscienza chi non lo confessasse. Questo malessere, come già fu detto , è in parte conseguenza fatale ed inevitabile di una improvvisa e radicale trasformazione politica; in parte eredità di un passato luttuosissilno, e di una tirannide senza . nome e senza esempio. Ma un'altra parte è pure il frutto· d'improvvidi, ancorchè involontari errori. Errori di chi? Siamo veraci ed imparziali , o signori, errori di tutti, per~ chè errori si commisero da quanti ebbero parte nell'amministrazione di quel paese; e per le condizioni speciali in cui esso trovavasi, era forse impossibile che fossero ~chi va ti.

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