G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

L' Italia ha ricacciata la spada nella vagma: :sce::;a in campo coll'indomito ardimento di un·popolo, che ih altri secoli legò l'universo al carro di Roma repubblicana, col _lirico entusiasmo e colla giovanile baldanz:t di una nazione che sa di aver sbattuti sul ceffo di sei tiranni le sue catene secolari, colla maschia fierezza di chi sa di poter vincere, essa esce dalla zuffa col volto coperto di polvere, di lividore, di sangue e di vergogna. È inutile crearsi d3lle illusioni, e nascpndere sotto pietose Aspressioni l'aspra realta delle cose: malgrado il disperato e sovrumano valore delle forze di terra e di mare, malgrado il virile atteggiarsi della penisola, malgrado i. miliardi senza numero gettati nella formazione delli eserciti nostri, l'Italia per inscipienza di capitani, per grettezza di sistemi, per calcoli principeschi, fu battuta per terra e per mare. Chiamiamo le cose col nome loro, e abbiamo almeno il coraggio di contemplarne la realtà quale ella sia. Dal petto di ogni cittadino italiano, dal tiglio di ogni pa.trict1 s'alza un grido d'ira, cade una lagrima di angoscia: quel grido è rugito di leone, che s'alza e agita le mandibole: quella lagrima è l'espressione di un dolore su-

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