G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

- 13 Abbiamo noi bisogno ùi dìchiararc ~hc r epopea sanguinosa del Palestro, c l' ero1smo di tutti i legni ricordò i tempi .più eroici di Roma , di Cartagine~ di Grecia, di Fenicia ? Abbiamo noi bisogno di dichiararD, che chiamando Lissa una suprema viltà, intendiamo rifcrirlo al comando supremo della flotta, e quindi non al solo Persano) ma al governo della Monarchia, che volle sempre tener celate le vergogne del nostro ministero della marina., temend{) che levandone il velo, ne uscisse tale fetore da ammorbarne anche la reggia? Fu detto da molti pubblicisti, amici miei, che la monarchia si era scavata la tomba in Aspromonte: é. un error~ dalle rupi insanguinate delle Calabria, la m o· narchia s~ese più forte di prirna. Garibaldi, dalla immensa maggioranza del p·aesc era ·considerato come rib~lle alle leggi fondamentali deUo Stato, e lo era in realtà. C()n qual logica poteva egli f::~r guerra alla monarchia., che lo bandiva pubblico nemico, ~crivendo sulla SLn bandiera il nome della monarchia? Credera> o non erodeva Garibaldi alla lealtà del principato italiano ? Si ? E allora dov3va c:ecamente fidare in lui, e res1arscne a Caprera a pescar coralli, a piantar cicDria. - No ? c allora percltè iniziare l'impresa di Roma, in nome della monarclJin, che voleva st.orpiado '! · La monarchia adunque ben foce a debellarlo, e meglio avrebbe fatto, parliamo ·dal punto ùi vi sta go , Yernatiro, a farlo impiccare come rihelle. Dirc!llo di più : twn solo ~td .\~vromoul e li.L lllOlEtr-

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