Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

• J tenevamo già assolti, 11,navolta pe,,,. serrvp,re,dalle generazioni passate. Noi spe,,,.avamo di pote'l"Ci interamente dedicare ai problemi del benesse'l"e e dell'incivilimentQ - in una pa,,,.ola,ai problemi del socialismo - secondo fesigenza dei bisogni delle grandi masse umane e una supposta maturità dei tempi. Noi ci e'l"avamoillusi, insomma, che alcune fondamentali conquiste del passato fossero it·fevocabili, e che la rivoluzione della nostra epoca dovesse semplicemente completa,rle: eh'essa dovesse, cioè, estendere i comandamenti dell'etica cristiana dal rist'l"etto ambito della vita privata e familiare a tutta la vita pubblica, e i p·rincipi della libef'tà e della deniocrazia dalla sfera politica a quella economica. L'esperienza russa contiene in,vece questa rragica lezione per noi socialisti: i legami d'interdipendenza tra il sistema di produzione e il tipo di cultura d'una determinata socie'tà non sono evidentemente così semplici come noi credevamo, ed è pet'Sino possibile che, in un paese a regime produttivo collettivistico, sorgano rapporti umani di genere cannibalesco, magari di cannibalismo collettivizzato. Nessuno di noi è però disposto a 1·egalareai cannibali e ai lOf'o sostenitori il monopolio del grande ideale umano del socialismo. Penso che, come socialista, io vi debba, s1t questo punto, un leale chiarimento. Io non credo che nella nostra epoca si possa lotta,re per una rip·etizione pura e semplice della rivoluzione liberale. Il fronte della nostra lotta, così come ora siamo costretti a concepirlo, presenta dunque una vastità imprevista: esso è il fronte di una democrazia integrale. Mentre persisteremo a batterci per l'emancipazione dei proletari dal' giogo del grande capitale, noi dovremo difendere pei nostri paesi, e ricuperare nei paesi totalitari, quelle conquiste politiche e spirituali dei secoli passati che 81 B bliotecaGinoBianco

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