Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

la possibilità di un mio ritorno nel partito, o di un'azione unitaria coi gruppi socialisti di cui facevo parte, o almeno di una mia collaborazione col partito tra i letterati e gli artisti, quegli stessi uomini che avevano redatto la sentenza diffamatrice, autorizzarono un'altra versione più benevola, ufficiosa e orale, della mia separazione: questa sarebbe stata lo spiacevole effetto di un mio momento di sconforto e di pessimismo nella lotta contro il fascismo. Le due versioni (quella ufficiale del delinquente politico e quella ufficiosa del pessimista) sono state in seguito alternativamente adoperate secondo che i miei scritti o i miei discorsi sono piaciuti o hanno irritato i comunisti. Nessuna di quelle due versioni è vera. Nessuna serve minimamente a far capire il segreto della crisi che mi portò fuori dal partito. Io stesso me ne resi conto lentamente, a fatica, negli anni successivi. E non ho difficoltà ad ammettere che continuo ancora a rifletterci sopra, per capire meglio. Se ho scritto dei libri, l'ho già detto, è per cercare di capire e di far capire. Non sono affatto sicuro di essere arrivato alla fine delle mie riflessioni. La verità è questa: l'uscita dal partito comunista fu per me una data assai triste, un grave lutto, il lutto della mia gioventù. E io vengo ..da una contrada in cui il lutto si porta più a lungo che altrove. Non ci si libera facilmente da un'esperienza così intensa come quella dell'organizzazione clandestina del partito comunista. Di essa resta sempre qualche cosa che marca il carattere per tutto il resto della vita. Guardate, infatti, come sono riconoscibili gli ex comunisti. Essi costituiscono una categoria a parte. Come gli ex preti e gli ex ufficiali di carriera. Il numero degli ex comunisti è ormai legione. cc La lotta finale», ho detto a Togliatti scherzando cc sarà tra i comunisti e gli ex comunisti>>. Tuttavia, dopo essere uscito dal par73 bllotecaGinoBianco 1

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