Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

.. • (quelli di aperta oppos1z1one erano stati soppressi proprio in quei giorni) avevano ricevuto l'intimazione di neppure accennare agli arresti, e di riferire invece gli elogi della dittatura italiana espressi, a nostro scherno e mortificazione, da eminenti rappresentanti della democrazia e del liberalismo d'altri paesi. Ma il notiziario dei tre o quattro corrieri di partito, i quali raccoglievano nelle principali regioni la corrispondenza dei fiduciari provinciali e la portavano agli uffici centrali clandestini, non ci lasciava più alcun dubbio sul deliberato proposito della dittatura di sterminare una volta per sempre ogni traccia di resistenza avversaria. I comunisti erano i soli che disponessero allora di un'organizzazione clandestina di una qualche efficienza; ma in varie province le razzie poliziesche avevano già distrutto la rete dei nostri collegamento. E numerosi erano i compagni che, sfuggiti all'arresto, ci chiedevano un rifugio duraturo in una città diversa dalla propria e documenti falsi per poter viaggiare e cercarsi una nuova « sistemazione » . Quelli di noi che già da tempo vivevano sotto false generalità, dissimulando l'attività cospirativa sotto apparenze innocenti e banali, si trovavano allora in una condizione certamente più vantaggiosa; ma neppure troppo sicl.).ra,poiché r eventuale tradimento o debolezza di qualcuno degli arrestati poteva offrire alla polizia indicazioni portanti sulle nostre tracce. Così anch'io, quella sera, ero stato improvvisamente avvertito di non tornare a casa, apparendo la mia abitazione sorvegliata dalla polizia. Assieme ad altri che si erano venuti a trovare nelle stesse condizioni, cercammo un rifugio provvisorio nel villino del nostro compagno finto pittore. Dopo aver messo un uomo di guardia nelle vicinanze e presi gli accordi per il caso di allarme, ci rasse4 BibliotecaGinoBianco \

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