Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

81bhotec sca, perché la spassosa incredibile risposta dell'inglese fu subito telefonata a Stalin e agli uffici più importanti dello Stato, provocando, ovunque arrivata, nuove ondate di stupore e di ilarità. È molto importante, io pensai allora, per giudicare un regime sapere di che cosa esso rida. · I miei soggiorni a Mosca, come ho già detto, furono pochi e limitati alla funzione temporanea di membro di delegazioni comuniste italiane. Non ho mai fatto parte del1' apparato dell'Internazionale Comunista, ma potei seguirne la rapida corruzione osservando qualche mio conoscente che vi apparteneva. Uno di questi, veramente esemplare, era il francese Jacques Doriot. L'avevo incontrato la prima volta a Mosca nel 1921, quando egli era ancora un giovane operaio modesto, volonteroso e sentimentale; e fu per la sua evidente docilità e bonomia che venne scelto pèr l'apparato internazionale, a preferenza d'altri giovani comunisti francesi, più intelligenti e istruiti di lui, ma anche più singolari. Egli corrispose pienamente all'attesa. D'anno in anno egli divenne un'autorità tra i funzionari del comunismo internazionale e d'anno in anno, ogni volta che avevo l'occasione di rivederlo, lo trovavo ·cambiato in peggio, sempre più scettico, etnico, privo di scrupoli e, per riguardo al modo politico di considerare gli uomini e lo Stato, in un processo di rapida e< fascistizzazione». Se potessi vincere una ripugnanza, suppongo, ben comprensibile, e scrivere una vera biografia di Jacques Doriot, svolgerei questo tema: « Come si possa, militando nel movimento comunista, diventare fascista». Nel 1927 incontrai Doriot a Mosca, il giorno del suo ritorno da · una missione politica in Cina. Ad alcuni amici e a me egli fece una relazione preoccupante degli errori dell'Internazio41 hoBianco

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