Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

• Una delle poche persone con le quali osavo parlare a cuore aperto era Anatol Lunaciarsky che, com'è noto, fin dalla costituzione del nuovo stato, ricopriva a Mosca le funzioni di commissario all'istruzione e alle opere culturali. Io ero rimasto in una certa dimestichezza con lui dopo il nostw primo incontro, ch'era avvenuto in modo piuttosto bizzarro, essendo egli stato incaricato per la buona conoscenza che aveva dell'italiano, di tradurre in russo un mio discorsetto in un teatro moscovita. Era sempre di grande giovamento parlare con lui, non solo per il motivo già accennato, della sua eccellente conoscenza della nostra lingua e cultura, ma anche per essersi egli formato nell'emigrazione all'infuori del ristretto e rigoroso cerchio leninista, manifestandosi ciò, tra l'altro, in un tono di conversazione cordiale e tollerante, di stile quasi occidentale. - Non fate di noi i capri espiatori di tutta la nostra storia - egli mi disse un giorno che mi lamentavo con lui dell'ottusità di spirito dei suoi funzionari. - Noi non siamo arretrati rispetto a voi soltanto in .materia tecnica. Noi non dobbiamo, con le forze della rivoluzione proletaria, compiere qui soltanto la rivoluzione industriale che in Occidente è srata fatta dai borghesi; ma dobbiamo far compiere ai russi anche tutti gli altri progressi spirituali cHe qui sono mancati. Noi non abbiamo avuto Machiavelli, non abbiamo avuta Galilei, non abbiamo avuto Giordano Bruno, non abbiamo avuto Beccar~a, per limitarmi solo ai vostri. E per averli, non basta evidentemente tradurre in russo i loro testi. Non capisco allora - mi permisi di replicare - perché il Comintern mandi in Italia a farci lezione certi personaggi che avrebbero ancora tutto da imparare. 39 Biblioteca oBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==