Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

quell'irresistibile insofferenza dell'ingiustizia, anche se colpisce altri? E quell'improvviso rimorso d'assidersi ad una tavola imbandita, mentre i vicini di casa non hanno di che sfamarsi? E quella fierezza che rende la miseria il carcere l'esilio preferibili al disprezzo ? Non so. Forse nessuno lo sa. Anche la confessione più diffusa e approfondita diventa ad un certo punto, semplice constatazione o descrizione, non risposta. Ognuno che abbia seriamente riflettuto su se stesso e sugli altri, sa quanto certe deliberazioni siano segrete, e certe vocazioni misteriose e incontrollabili. Vi era nella mia ribellione un punto in cui l'odio e l'amore coincidevano: · sia i fatti che giustificavano l'indignazione come i motivi morali che l'esigevano, mi erano dati dalla contrada nativa. Così mi spiego anche perché tutto quello che finora m'è avvenuto di scrivere, e probabilmente tutto quello che ancora scriverò, benché io abbia anche viaggiato e vissuto a lungo all'estero, si riferisca unicamente, invariabilmente a quella parte di essa che con lo sguardo si poteva abbracciare dalla casa in cui nacqui, e che non misura più di trenta o quaranta chilometri in un senso e nell'altro. È una contrada, come il resto d'Abruzzo, povera di storia civile, e di formazione quasi interamente cristiana e medievale. Non ha altri monumenti degni di nota che chiese e conventi. Per molti secoli p.on ha avuto altri figli illustri che santi e scalpellini. la condizione dell'esistenza umana vi è sempre stata particolarmente penosa; il dolore vi è sempre stato accettato come la prima delle fatalità naturali; e la Croce, in tal senso, accolta e onorata. Agli spiriti vivi le forme più accessibili di ribellione al destino sono sempre state, nella nostra terra, il francescanesimo e l'anarchia. Pres31 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==