Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

tati allievi finissero col concepire i diplomi, e il futuro impiego, come le realtà supreme della vita. 6 «Quelli che nascono in questa contrada sono veramente disgraziati», mi ripeteva il Dr F. J., un medico di un villaggio vicino al mio paese. «Qui non c'è via di mezzo: o ribellarsi o essere complici ». Egli si ribellò. Si dichiarò anarchico. Tenne discorsi tolstoiani alla povera gente. Fu lo scandalo dell'intera contrada. Odiato dai ricchi, deriso dai poveri, compatito in segreto solo da pochi. Gli fu infine tolto il posto di medico condotto e morì letteralmente di fame. Il suo destino serviva d'esempio nelle buone famiglie. « Se non mettete giudizio », dicevano le madri ai figli, « finirete come quel pazzo ». Mi rendo conto che l'itinerario da me qui ricostituito è troppo lineare per non apparire forzato. E se ora anticpo questa obbiezione hon è per confutarla e giurare sulla assoluta verità delle mie spiegazioni: posso soltanto garantirne la sincerità, non l'obbiettività. Io stesso, rievocando con i miei coetanei quell'epoca della nostra vita, per tutte le sciagure successive, ormai così remota da seff!brarci preistorica, sono talvolta stupito ch'essi non abbiano alcun ricordo, o assai pallido, degli episodi che su me esercitarono influenza decisiva; e viceversa conservino lucida memoria d'altre circostanze, per me futili e insignificanti. Sono essi, quei miei coetanei, tutti « complici incoscienti » ? E per quale destino o virtù, ad una certa età, si compie la grave scelta, si diventa « complici o ribelli » ? Scegliamo o siamo scelti ? Donde viene ad alcuni 30 BibliotecaG1n0B ianco

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