Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

fari degli ingegneri statali nella mia contrada, e li spedii all'Avanti! I primi due articoli furono subita stampati e suscitarono grande scalpore presso il pubblico dei lettori, ma alcuno presso le autorità. Il terzo articolo non apparve, come seppi più tardi, per l'intervento presso la redazione di un autorevole socialista. .In tal guisa appresi che il sistema d'inganno e di frode che ci opprimeva era assai più vasto di quello che appariva, e aveva invisibili ramificazioni anche tra i notabili del socialismo. La parziale denuncia, avvenuta di sorpresa, conteneva però materia per vari processi, o almeno per ~ma inchiesta ministeriale; invece non avvenne nulla. Da parte degli ingegneri, da me denunziati come ladri e accusati di fatti esplicitamente indicati, non vi fu neppure il tentativo di una rettifica o di una generica smentita. Dopo una breve attesa, ognuno tornò a pensare ai fatti propri. lo studente che aveva osato lanciare la sfida fu considerato, dai più benevoli, ragazzo impulsivo e strambo. Bisogna tener conto che la povertà economica delle province meridionali offre scarse possibilità di sviluppo ai •giovani che ogni anno a migliaia escono dalle scuole. La sola nostra grande industria. era, e rimane, l'impiego di Staro. Ciò non richiede eccezionali qualità d'intelligenza, ma docilità di carattere e conformismo politico. I giovani meridionali, cresciuti in un ambiente come quello da me ora rapidamente tratteggiato, se hanno un minimo di fierezza e una qualche umana sensibilità, tendono naturalmente all'anarchia e aila ribellione. L'accésso all'impiego di Stato comporta dunque per essi, ancora sulla soglia della gioventù, una rinunzia, una capitolazione, e la mortificazione dell'anima. Perciò s1 usa dire ed è 28 BibliotecaGinoBiance

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