Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

E siccome eravamo stanchi, quel consiglio fu trovato da noi tutti giudizioso e tempestivo. 5 Simili episodi di violenza, con l'inevitabile seguito di arresti in massa, di processi, di esorbitanti spese giudiziarie, di condanne penali, rafforzavano negli animi dei contadini, come è facile immaginarsi, la sfiducia, la diffidenza, la rassegnazione. Lo Stato riacquistava i suoi connotati d'irrimediabile creazione del diavolo. Un buon cristiano, se vuol salvarsi l'anima, eviti pertanto il più che sia possibile ogni contatto con esso. Lo Stato è sempre ruberia, camorra, privilegio, e non può essere altro. Né la legge né la forza possono cambiarlo. Se il castigo talvolta lo colpisce, è per disposizione di Dio. Nel 1915 un violentissimo terremoto distrusse buona parte della nostra provincia e in trenta secondi uccise circa cinquantamila persone. Q~el che più mi sorprese: fu di osservare con quanta naturalezza i miei paesani accettassero la tremenda catastrofe. Le complicate spiegazioni dei geologi, divulgate dai giornali, suscitavano il loro disprezzo. In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni. C'era anzi da stupirsi che i terremoti non capitassero più spesso. Nel terremoto morivano infatti ricchi e poveri, istruiti e analfabeti, autorità e sudditi. Il terremoto realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza di tU;tti. Una nostra vicina di casa, una fornaia, in seguito al terremoto nmase alcuni giorni sepolta, 25 BibliotecaGinoBianco

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