Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

di lui era pubblicamente ammesso e somigliava alle bestemmie contro le divinità avverse, che non servono a niente, eppure dànno una certa soddisfazione. Ma ecco che le nubi si squarciavano ed il Principe stava per scendere a distanza d'uomo. Bisognava perciò, d'ora innanzi, riservare le espressioni d'odio contro di lui alla ristretta cerchia della vita pri-- vata e pn;pararsi ad accoglierlo nelle strade del paese con , i dovuti onori. Mio padre sembrava restìo a questa logica. Egli era il più giovane di un numeroso gruppo di fratelli, contadiniproprietari; il più giovane, il più inquieto e l'unico proclive all'insubordinazione. Una sera vennero da lui i fratelli per raccomandargli, nell'interesse comune, prudenza e accortezza; e fu per me (di cui nessuno si curava, perché gli adulti credono che i ragazzi certe cose non le capiscano) una sera assai istruttiva. Dopo aver servito da bere, le donne si ritirarono nella stanza accanto. Io rimasi accovacciato in un angolo del grande camino, attorno al quale gli uomini si disposero a semicerchio. Erano uomini alti e forti, quasi solenni, i più anziani erano barbuti; piedi enormi; ginocchia, spalle, mani poderose. Senza riguardo all'età e all'agiatezza familiare, essi continuavano ad accudire personalmente a fatiche assai dure, conducevano i carri, guidavano l'aratro, dirigevano la trebbiatura: il bisogno di lavorare sembrava in essi necessità fisica. Erano uomini· di chiesa, ma non di sacrestia; uomini d'ordine, non di anticamere; ed erano stati allevati nell'orgoglio del coraggio davanti a qualsiasi pericolo, davanti ad una bestia infuriata, ad un'alluvione, ad un incendio. Quella sera però erano assai imbarazzati. - La candidatura del Principe è un'autentica buffonata - ammetteva il fratello più vecchio. - Le candidature pò17 2. BibliotecaGinoBianco

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