Ignazio Silone - Uscita di sicurezza

gradito perché la martire romana vi era raffigurata sull'altare nelle bellissime sembianze d'una fanciulla bionda, assorta e melanconica, e con un oggetto tra le braccia somigliante in modo strano all'utensile domestico, chiamato chitarra, che nelle nostre case serve a fare gli spaghetti all'uovo. L'immagine ci attirava a tal punto che, per sottrarci a quella seduzione, almeno durante l'ora del catechismo, il curato era stato costretto a disporre i banchi di noi ragazzi in modo da costringerci a voltare le spalle a Santa Cecilia. - Il vostro comportamento durante la rappresentazione delle marionette - egli ci disse dopo averci imposto di sedere - mi è assai dispiaciuto. Noi avevamo detto una bugia, egli ci avverti preoccupato. L'avevamo detta a fin di bene, certo, ma era pur sempre una bugia. Non bisogna dir bugie. - Neppure al diavolo? - domandammo noi interdetti. - Una bugia è sempre un peccato - ci rispose il curato. - Anche davanti al pretore ? - domandò --uno dei ragazzi. Il parroco ci redarguì severamente. - Io sono qui per insegnarvi la dottrina cristiana e non per fare pettegolezzi - ci disse. - Quello che succede fuori della chiesa non m'interessa. E tornò a spiegarci la dottrina sulla verità e sulle bugie, in generale, con bellissime e difficili parole. A noi bambini però non interessava, quel giorno, la questione dottrinaria delle bugie in generale; noi volevamo sapere: « Dovevamo rivelare al diavolo il nascondiglio del bambino, sì o no? ». - Non si tratta di questo - ci ripeteva il povero curato veramente sulle spine. - La bugia è sempre peccato. Può essere un peccato grande, uno medio, uno così così, e 14 BibliotecaGinoBiancq>

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