Raymond Aron - La mentalità totalitaria

La definizione è al tempo stesso complessa e vaga. In effetti il conservatorismo, nel senso in cui io ne parlo qui, è essenzialmente l'opposto del millenari~mo: ora, ci sono molte 1naniere di rifiutare il concetto di un fine ultimo della storia. Quelli che vengono di solito chiamati conservatori rientrano evidentemente nella definizione di cui sopra, in quanto credono in un certo ordine storico e si sforzano di preservaci.o sia consentendo riforme sia, al contrario, cercando di abolire le riforme che hanno intaccato l'integrità d~ll'ordine che essi intendono difendere o restaurare. Quando non si ammette che la storia abbia un fine unico, è evidente che si elimina radicalmente ogni idea di senso unitario e totale. La storia politica appare allora consistere di una pluralità di regimi, ognuno coi suoi pregi e i suoi difetti; ovvero di cicli per cui i diversi regimi si succedono l'un l'altro secondo una regolarità o necessità più o meno rigoros~; ovvero di una lotta mai finita fra il disordine naturale e la volontà d'ordine, lotta nella quale i periodi felici segnano la vittoria provvisoria e precaria delle forze d'ordine; oppure, infine, di variazioI?-isu un unico tema, in quanto ogni società presenterebbe certi caratteri fondamentali, quale che sia la diversità delle forme concrete. Montesquieu, Vico, Maurras, la tradizione machiavellica nel senso in cui l'intende J ames Burnham · (*) potrebbero esser presi come i rappresentanti di queste quattro possibili interpretazioni dell'attèggiamento conservatore. In sede logica, ci sono due modi fondamentali di concepire il conservatorismo, o di negare il millenarismo. (") J. Burnham, I difensori della libertà (Ed. Mondadori, Milano). 64 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==