Raymond Aron - La mentalità totalitaria

1a rivoluzione non sarebbe fatale. Poco pnma della sua morte, Trotzky stesso aveva dei dubbi sull'avvento del socialismo, nel caso che, dopo la seconda guerra mondiale, il proletariato non avesse assolto la sua missione. Ancora più, chiaramente, il filosofo Merleau-Ponty scrive (*): « Forse nessun proletariato assolverà la missione storica che lo schema ma~xista attribuisce al proletariato ... È tuttavia chiaro che nessun'altra classe potrebbe sostituire il proletariato in tale funzione ... Ciò significherebbe che non c'è storia, se storia significa avvento dell'umanità -e umanità il -riconoscimento reciproco degli uomini in ,quanto uomini; di conseguenza, non ci sarebbe filosofia della storia; infine, come già diceva Barrès, il mondo e la nostra esistenza sarebbero un tumulto insensato ». È filosoficamente possibile distinguere, nella storia, un fine razionale da un• 'fine necessario? La risposta è più difficile che non si creda di solito, almeno se si rimane nei limiti di una {ilosofia storicistica. l\1entre si sostiene che la verità della storia non può esser conosciuta che retrospettivamente, al tempo stesso si attribuisce all'uomo la capacità di anticipare l'avvenire e di definire una verità assoluta. Siccome poi l'evento futuro è inafferrabile nei suoi termini concreti, si è condotti a esprimere il fine della storia in termi_ni puramente formali. Quindi Merleau-Ponty parla del riconoscimento dell'uomo. Ma è lecito chiedersi fino a qual punto una tale formalizzazione è compatibile con una filosofia essenzialmente storicistica. Non si ritorna con questo a una specie di kantismo? Il riconoscimento dell'uomo da parte dell'uomo è forse una nozione più concreta della massima (•) Humanisme et terreur, pag. 168 (Ed. Gallimard, Paris, 1947). 59 BibliotecaGinoBianco

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