Raymond Aron - La mentalità totalitaria

be potuto passare per epifenomeno deplorevole ma forse inevitabile della fase terrorista, s'è ormai cristallizzato in istituzioni. Per qual mai sortilegio lo Stato sovietico, che asservisce i sindacati e proibisce lo sciopero, potrebbe essere il mezzo della liberazione del proletariato? Come può mai una religione di Stato essere il mezzo per la liberazione dello spirito? Per rendere in qualche modo accettabile l'argomento, bisogna ricorrere a un altro vocabolario. Bisogna si-· tuare gli eventi nella durata, guardarli dal punto di vista del futuro; in altre parole, bisogna ricorrere all'ultimo idolo di questo nostro secolo senza fede: la Storia. È la Storia che esalta i vincitori e condanna i vinti; è la Storia che proibisce di dire « no » a Stalin e « sì » ·all'Occidente e che ci toglie una volta per sempre il diritto di condannare o d'approvare; la Storia, di cui non ci è dato penetrare il mistero e che tut~avia pesa sui nostri destini effimeri e si ride delle nostre velleità impotenti. Noi viviamo in un'epoca di catastrofi. Dopo la seconda gutrra mondiale, non c'era bisogno di leggere Spengler o Toynbee per riconoscere che, all'interno degli Stati come nei rapporti internazionali, l'ordine antico era stato dovunque scosso; anzi, in Europa e in Asia, distrutto senza speranza alcuna di restaurazione. Nessuno può prevedere quale specie di Cina uscirà dalla rivoluzione comunista, sbocco (forse temporaneo) di mezzo secolo di sconvolgimenti. La civiltà industriale venuta d'Europa e d'America sta finendo d'abbattere la struttura tradizionale delle società asiatiche e forse, alla lunga, farà sparire ogni vestigio delle tradizioni e credenze secolari. Diviso fra un Impero animato da una fede conquistatrice e delle nazioni indebolite, aggrappato a forme decadute e a re45 BibliotecaGinoBianco

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