Raymond Aron - La mentalità totalitaria

modi dell'azione comunista; i processi di Mosca, Budapest, Praga e altri luoghi lo turbano; l'ortodossia in fatto d'arte o di genetica gli dispiace. Ciò non pertanto, egli continua a credere alla comunanza dei fini comunisti con i suoi. D'altra parte; l'orrore che gl'ispirano il fanatismo di partito e il despotismo dello Stato totalitario si accompagna a una segreta ammirazione. Negazione di tutti i valori di cui andava un tempo orgogliosa la sinistra europea, il metodo comunista gli appare tuttavia come il solo capace di realizzarli semplicemente perché è il solo efficace. L'errore consiste evidentemente nel misconoscere la solidarietà effettiva fra mezzi e fini. Il regime edificato da Stalin somiglia più all'organizzazione del partito che non all'ideologia profetica. Fra quelli che vogliono socializzare i mezzi di produzione senza sopprimere i parlamenti e la diversità dei gruppi e quelli che, col pretesto di affrettare la socializzazione stessa, voglion cominciare dallo stabilire l'onnipotenza del partito,- la comunanza dei fini sembra, a prima vista, tale da respingere in secondo piano l'antinomia dei mezzi. L'esperienza, però, insegna il contrario: gli uni appartengono alla tradizione democratica dell'Occidente, gli altri ricostruiscono lo Stato assoluto, nel quale gerarchia burocratica e gerarchia sociale s'identificano, e col quale si ritorna probabilmente al passato remoto dello Stato pagano e dei Cesari divinizzati. Trentacinque anni dopo la Rivoluzione, non è facile accontentarsi della formula banale dei mezzi odiosi in vista di un fine sublime. Partito unico, soppressione delle libertà e della sicurezza personale, ossessione continua della caccia ai sospetti, tutto ciò che, in principio, avreb44 BibliotecaGinoBianco

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