Raymond Aron - La mentalità totalitaria

centramento sovietici: ne aveva dedotto che detti campi non erano altro che dei campi di rieducazione un po' duri. A tutti i gradini della scala intellettuale e sociale, l'atteggiamento di ricerca obbiettiva e critica si fa sempre più rara. Ognuno è portato a credere quel che meglio s'accorda con le sue preferenze o con l'idea che egli si fa del mondo. La censura psicologica funziona all'interno di ciascuna coscienza, supplendo così, in parte, all'assenza di censura politica nei paesi occidentali. Un'insistenza ecces·siva sugli aspetti orribili del regime sovietico rischia, d'altra parte, di produrre una reazione in senso opposto. I campi di concentramento non costituiscono l'essenza dell'Unione Sovietica: molte persone oneste e moderate finiscono con l'essere irritate da ciò che a loro sembra propaganda, anche se la propaganda si basa su fatti veri, e quindi dubitano dell'importanza relativa dei fatti stessi. Grazie alla sua ambivalenza intrinseca, la fede comunista è\mo1to meno vulnerabile che non si creda dalla polemica abituale. Il cristiano progressista farà funzionare la sua censura privata, e rifiuterà di credere ai campi di concentramento; il comunista militante, specie nei gradi superiori della· gerarchia, giustificherà le durezze della « rieducazione » col famoso argomento che « non si fanno frittate se non si rompono uova » : la forza non lo attira meno della giustizia. Il comunista al quale si dimostra che il comunismo non è umanitario si rifugerà sul piano della necessità storica. Se il comunismo non è buono, è segno che il suo avvento è fatale. Raramente, del resto, il credente nel millenarismo s'è ribellato al terrore. Gli ammiratori di Robespierre 32 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==