Raymond Aron - La mentalità totalitaria

classe operaia europea aveva respinto il metodo bolscevico, il quale pure non era totalitario come lo è oggL Il fascino del comunismo è stato il risultato di vari decenni di propaganda e, soprattutto, di alcuni successi impressionanti. Fu dopo la seconda guerra mondiale, quando d'improvviso l'Unione Sovietica apparve gloriosa e potente, che essa sedusse gl'intellettuali stessi che, prima di Stalingrado, si accanivano a denunciare il despotismo asiatico di Stalin. Per far prender sul serio la pretesa d'incarnare l'avvenire ci vollero le vittorie militari. Non siamo ingiusti: non attribuiamo ai nostri avversari unicamente dei motivi inferiori. Ma non siamo neppure ingenui: la fiducia nel successo finale del comunismo contribuisce certamente a illuminarlo di luce ideale. Il comunismo è seducente, ma anche terrificante; è necessario perché la Storia abbia un senso, ma dispone al tempo stesso del maggior numero di divisioni corazzate. La rottura dell'individuo con l'ambiente è un portato della decomposizione delle società. L'inquadramento dei disponibili nel partito comunista è facilitato dalla sparizione dei partiti rivali, dal monopolio di una certa tecnica, dalla convinzione che il Dio degli Eserciti è dalla parte dei Soviet. La forma mentis millenaristica serve a giustificare la fede e trasforma un'adesione a volte fortuita in impegno durevole, almeno fino al momento in cui un urto esterno non laceri la rete dialettica che avvolge il militante e protegge la sua sicurezza interiore. 30 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==