Raymond Aron - La mentalità totalitaria

munisti di ottenere nel 1936 la fusione della CGT con la CGTU. La guerra e la resistenza furono sfruttate dai comunisti per squalificare, e talvolta anche liquida_re, col pretesto della collaborazione, un gran numero di militanti e di dirigenti non-comunisti. Essi s'impadronirono così delle leve di comando, sicché, malgrado la rottura causata nel 1939 dal patto Hitler-Stalin, la fusione del 1936 ebbe, nel 1945, come conseguenza la stalinizzazione dei sindacati operai. Quando, nel 1947, i dirigenti non-comunisti, sotto la pressione della base, provocarono una scissione, i comunisti restarono tuttavia in possesso della vecchia casa, la Confederazione generale del lavoro, e si avvantaggiarono del prestigio di legittimità insito nel nome. Così, nel corso di dieci anni, il rapporto di forze fra sindacati comunisti e non-comunisti si trovò rovesciato. Mi sembra che anche in Italia le vicende della guerra e la coalizione formata contro il fascismo e la Repubblica sociale mussoliniana da comunisti, liberali e democristiani, offrirono ai comunisti un'occasione unica d'infiltrarsi nei sindacati. Nel 1945, fra gli osanna generali, la CGL italiana univa nel suo seno comunisti, socialisti e democristiani. Alcuni hanno sostenuto che l'indagine va spinta più a fondo, fino a trovare nelle particolarità psicologiche del movimento operaio nei nostri due paesi la spiegazione della loro inclinazione al comunismo. Richard Loewenthal ha sostenuto che un certo atteggiamento anarchi- . cheggiante o operaistico ostile allo Stato rischia di finire con la sottomissione al partito sedicente proletario e rivoluzionario. A ciò si è giustamente obbiettato che i sindacati e i militanti di formazione libertaria son spesso IO BibliotecaGinoBianco

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