Associazione della stampa - Commemorazione di Benedetto Cairoli

il5 zÌone, ed ancor soffriva, diceva " che in confronto degli spas itni dei giorni passati gli par eva di esser e in Pa1;adiso , ; c di qui. la conclusione di molte sue lettere: , Credo che Verri avesse ragione di definire la gioia cessazione del dolore, soggiungondo per ò : sebbene gli scolastici dicano che l'a(m·is1na non 1·egge a fil di logica. , L'afor!sn1a non reggeva nè r eggerà, ma certo chi ebbe, J ~ come io ebbi, e nella campagna del '66 e ultimamente a Biella nel setternbre '85 (1), occasione di aiutarlo a tnedicare quella garnba, può dire quanto quest'uotno abbia sofferto (un' iliade di dolori che non ebbe1~o più fine, disse Guido Baccelli) , e come davvero dovesse essere ora di letizia per lui quella della cessazione dello spasimo. E nel catnpo morale chi non ricorda che pel nostro Benedetto la vita non fu che un passaggio da gioie fugaci a lunga sequela di dolori? Impara ad amare ]a Patria e la vede vilipesa sotto un odiato giogo: è fra i .prin1i a insorgere nel '48, giunge a Milano in tetnpo a pigliar parte all e cinque giornate, combatte da valoroso col padre, ha la soddi sfazione di venir portato all 'ordine del giorno di Carlo .Alberto, di essere, ·giovanissimo, notninato sottotenentc, c poi capitano nel ·Inanipolo dei volontari Pavesi; ma non può seguire Garibaldi a Ro1na, ove emersero tanti suoi con- ( l ) Nella casa ospit.al e d ei fratelli Guelpa.

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