Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

30 patria affrancata, integrata in Stato libero e indipendente, la dovuta e grata sua riconoscenza a tutti i nobili cuori italiani che difesero la sua santa causa, ed alla Stampa italiana particolarmente, disinteressata e strenua propugnatrice delle sue leggittime aspirazioni. Prende quindi la parola il presidente del Comitato armeno d'Italia,' sig. Garbis Dilsizian, rivolgendosi, con parole di entusiastica ammirazione, al popolo d'Italia che ha saputo, per Yirtù d'armi e d'ideali, guadagnare la splendida vittoria per sè e per il mondo, affinchè dia tutto il suo appoggio al martoriato popolo armeno, oggi diviso e soggetto come la Polonia. Parla indi il Sig. Damadian, dolendosi che l'armistizio con la Turchia non contenesse l'esplicita liberazione degli Armeni, e chiede fra gli applausi e le approvazioni dell'Assemblea, che nella stipulazione della Pace con la Turchia - se pace vi sarà con uno Stato indegno della civiltà - sorga forte ed unita l'antica Armenia, e intanto gli Alleati ne riconoscano il capo politico che la rappresenta, S. E. Nubar. Quindi si alza il ministro onorevole Meda. Egli è un antico e strenuo difensore degli armeni ai quali con nobili e .bellissime parole in questo modo si rivolge: « Sono considerato come uno dei più fedeli, e forse dei più vecchi amici in Italia della vostra causa, ed a questo titolo devo l'invito che mi è venuto di pronunciare una parola nel convegno d'oggi, come a questo titolo soltanto mi sono permesso di accettarlo : nè voi vi dorrete, se una tale parola sarà altrettanto semplice quanto breve. « Fin dal 1895- fin dall'anno cioè che vide infierire una delle fasi più sanguinose della oppressione turca - volli infatti rendermi conto di quel che accadeva in Asia ai vostri danni e richiamare l'attenzione dei miei concittadini sulla orril>ile tragedia nella quale si tentava la cancellazione di un popolo dalla faccia del mondo: ma vi confesso che nè allora, nè successi vamente, quando mi occorse di riprendere il tema, mi sorrideva la speranza di poter salutare l'alba della vostra risurrezione: invece quest'alba è spunBib ioteca Gino Bia'lco

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