Miscellanea del giorno - 1847

( 102 ) fianco diritto; e tormentava di quando in quando con scaramucce ora il Baez, ora il Garibaldi, per conoscere il numero delle lor forze , per tcnerli divisi e più facilmente conquiderli. A un'ora e mezzo dopo pranzo, i 300 fecero impeto contro la colonna del Baez; il quale, scorgendo impossibile ritirarsi senza che l'oste potesse attribuirlo a vile paura, ordinava a'suoi fucilieri di mettere piede a terra, e al fuoco di . rispondere con fuoco. Egli co'lancieri restò a cavallo, per accorrere ove abbisognasse. Ma sopraggiunsero intanto nuovi e più forti nemici, i quali spinsero tutta J'infantcria loro contro il Baez, e quindi unn parte della cavalleria. I bravi Montevidcani sostennero l'impeto; c con un freddo coraggio seppero segnare tra loro e i nemici uno spazio che venne .rispettato; a poco a poco minacciosi ritirandosi Yerso il Salto, colla sola perdita di diciotto soldati , la maggior parte dei quali cadde di caYallo pel difficilissimo terreno del loro transito. La perdita del nemico fu tre volte tanto. Il Garibaldi non avea potuto soccorrerli, assalito ancor esso e nel medesimo punto da Servando Gomez che sbucava su lui con 900 cavalli circa. Mentre il Baez dovea ripiegar yerso il Salto , Gomez con Bergara, Lamas ed altri , rinvigorito non molto dopo dai trecento c più che abbandonavano l'inutile caccia del colonnello Baez, percosse nelle file de'legionari. I quali , rimasti soletti in mezzo del campo, circondati da 1,200 cavalli e 300 fanti , aspettarono l'urto in una casupola ( tapara) detta di D. Venanzio , tutta in ruina, ove non erano in piedi che alcune travi. Questa posizione non oiTriva molti vanta ergi· era l'npiea, e però la migliore nel dispcratissim~o ~aso. Go-

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