La Voce - anno I - n. 8 - 4 febbraio 1909
LA VOCE Chi ha l'occasione <li tornare a Torino ora, dopo <itmlche anno di as.. 11c117.a, e si mette a girare per k \ •ieccntr.i.li o &vnria per i sobborghi, è co\. pilo d,1 un:i. <1uantità di nuove azicmle vistose, di nUO\IC fabbriche formidabili, dai niuri leggeri come quelli di 1111 s..lone d't..-s1>osi:cione, sonanti e trabal– lanti pcl 1111hi11io delle di11a1110;e vede pili volte nel J,:forno uscire ed eutrare per c1ueinegozi e pt:r <1ucllefabbriche, :1 grigi fiotti 1unml111osi. In 11110\la progenie OJ')(;rni/i, torhid::. e iufona, scesa dalle mnntngne, venula dai piani, e che allaga Torino rnme 11110 strnto non riit leggero di foughiglin e s'arcumula negli immensi alve:iri 1111i:-wi ,1 pro– durre molto pili fiele che micie, e a r:i.r tremare di spavento, almeno una volta :11!';111110, :itlrnverso le noli7.ic della Cn:zdtn rie/ Popolo i poveri tra• veni spt:r<lnti m:1sogno d'un 1>:4'-'iato di 1rndhdone e di quiete cht: non è più. L'org:111ismo della Sf(llll/HI ~• è ~vilupp:1to proprio con 1:t velocilfl di mm di quelle rabbriche; e I suoi sei od otto fogli li vetlct1: la 111:HtirHt e a mcz:r.ogio 1110flullnare nelle mani di <1uei nuovi invac;ori. Infatti, con essi era sceso Ila Hit:lla un uomo cn1~1ccse 11u11 lii guidarli, d1 inleuderli. I.a Caz:elln di To11110, 1xwerina, ern, e in par te è ancora, il portavoce del pe1teg0Je7,zo cit• L1di110pi, 0 1 trito e pil't hottegaio ; una specie di l.'Oufcs-.iounlc alli, c·ui l~rAl.l si 11:.coltano i 1>ecca· lucci degli altri, e I<: cui tendine son mosse dalle hun:uc uscite <lallt.: cucim:, dalle stalle e dallt: J>Or· tinerfr. l'olcvn b:1slMe .ii modesti e 1ra11q11illi O• pel'1f.i<l' liii tem1>0; ma per I htvoratori di oggi, che g11:idag-m1110 sette hre il giorno e son c.ipar1 di •wendere lreuti. lire 1x:r fan1iKli11in uni\ dl,utm don1enicale, ci vulc,...t ben al1ro ormai clic la cosiJ• della Gauctta delle serve l Qunntu :111:i Caz::elln dtl Popolo, fet1dc. l\ cc.rh : \r!\1litio11i di a11Lic1t \)()- 1\tk11,;weva ancora i suoi lcllori redcli; ma pochini, pochini. Scarsa di uoti:r.ie, i11,..ccchin1ne molto nn• che imbcrillila in 111111 c:rn11l11r,11:-i massonicn senza di~uit:\ di carnttcri e se11i;11 supcrio,i1à rii iugeg·ui, e svinra in nh1c campal;nr a base <li lettere ano· nime - la lettera nnoninm è un gcucre 111ollt1 loti• ncsc - In CtrtMttll" dttl l'upolu :weva la sautilà di unn storia, e l"inulllilà eh un:, ruhlA. Giornale socialista nemn1e110 esi-.te a Torino. Il C, ido 1/ttl Popolo é 1111Joi:lio che e.leve aueu– <lere l'occ:1siu11e eccei;innalt" tlelh, clomeuica per poter vNl1•re la h1Cf', llnt1J1gliern, mn come pu0 e-.i.erln una persona, cioè 1111 co1Jalx>rato1·e o un tlirellore; e 11?11 coll'cdletto eh, poteni.""\che dnnno le lmtlnglie or1::a11irhe cl' 1111 partilo, che s.1 scii• ven:, lcJrrere e soslcnere il pro1>rio giornale. Q11111110 l\i due ~ioroali clericali, li Co,·riere ua– ziomrle e // Al1Jmer,fo, l"'"i ~0110 h:tlur:t Lii mino• nmta, addirhtum insigmfic:rnte, 11011 dico pel nu– mero ma r>«=r la in1dligenza e per l'allività re· ligios;i. e morale. li J1/cmu11lo non è certo d:, confondersi con il CO,,,·,., e 11a:iom1/e \'èrn j!az- 1.ella della sacrcstin: hn 1111 certo co1Hè1111to cli idee, certe lince d1 proKrnmma; ha il coraggio di rivedere le noti.r.ic sporche e di non far mercnto nè di carne di ·do111111 uè di porcherie di uomini; ,,i,..e in una certa inclipenclt•n,:a locale; è lo sfl:l. latoio cli molli rag:utelli d1 provmcia che ar• rancnno al giornalismo; paga dieci o quindici lire l'11r1icolo di fondo: chi 11011 ci scriva 1>er una idc.1, sdegnerà di cominciue la propria carriera di pubblfrista li sopra per 1)c1i esser costrello a d:ue il calcio clell'asiuo; nm, imcon111111, se 11011 fosse che or.ui iiorno le colo1111esouo ingombre dalle noti• i;ic ridi ...ole della proviucia, dai 110111i <lei licen• zinti e lict:ntirrndi, persino dai nomi dei n0\'enui che supernrouo l'esirn1e cli mAturit:\ in comuni ar– fi11i: se 11011 fos..-.erotutte c1ues1e nmgngne; se ci fos.<;e;incora un ,tirenorc come cm il Mauri; se la c,i1icn lettenuii, ro:--.ctrattata con qualche com• pt"h-117,;1; se non si llarlasse sempre e iu ogni oc– ca-.iuui: di religione e di catechismo, intesi come posscclimcnti propri c.lella reda1;ioue; insomnm, ,,ott'ebbe il A/Qmcnlo clivcntruc anch'esso un gior– ualt: eia prt:ndcre in consirlern1.iuue. 1\: mollo f.tcile Cllpirc che i11quest!I 1uigustia di pubblic:u:ioni o v~hic o malate cli anemill come r.lgaue <111indice1111i ; n una cit11\ di pilt che 300 mila nhi1a11ti, un 1>0sto per \'enirci su tm giornale di qualche diffusione, c'era: Più posto non c'è sul cmuio cli 1111 calvo per 111 cresciuta di liii solo ca• pello, che non ci fossè qunlrhe anno fu a Torino per lo sviluppo di 1111~iornale. Aggiuni:,ctl! the ern dn compiere un'opera vernmtnte mu:ionnfe, cosi in r:1pporto alla cultura, come alla politici:1, come nll'nrte, e forse anche co111c nlla scien)'.R. Uisug1mva fare entrare il Piemonte nel cerchio vh•o e \'Ìbrante dcli' Italia; <li quell'Italia cl:tlla qui.le esso pare e in parte (: 111olt<' lont;rno e di• viso. Bisognnva rendere llOpolnre, anzi universale quel moto di spiemontiJ'.zare il piemontese, che ph'1 di un secolo e meno .1ddietro era stato iu Vittolio Alfieri 11110 scatlo di ~enialità e 1111 tenta– tivo solitario. Cinndum è una delle nostre maschere llÌÌ 1 rcsis1c111iOPl>Uuto perchè rimnstn :lnche oggi " passeggiare metodicnmcntc sotto <111ci portici di via l'o e cli J'iaun Castello, pei qunli solevono passeggiare i principi cli Casa Savoia. li Piemonte ~ sfavorevolmente unilo ali' J1ali.t. Sernhra qu;1si u11'ap1>tndice. I treni che ,,a,to110 tla Torino, per qun11to sbuffino veloci sul uocln delle colline asli• giane non arrivano mai ad .icchiapp;ue a Piacenza il treno partito da Mila110 alla medesima ora e che i11 quel momeulo fila veloce .!tulle c.unpagne di Modenn. Torino è per molti italiani uua ciuà lon• t;u1a come Parigi; 1111a città mitica, unn moltitu– diuè di cose in cui si succhinnu le migliori carn. melle de.I mondo: una n10llitucli11c di \'ÌC in cui sorride nlltgro e spiritoso, in certn stagio11e il C.\r uevale. Pcrcllè ci sono auc...-orn italia11i che credono 141<..-nrncvaledi Torino! Ui,;ognnva dunque che un gran giornale sorg("S– se in cotc-.ta cit1!t p;ida11a, >tporre e a riwl\terc. 111m <1ua11ti1!tdi problemi 11110\'i e \'t:echi; a for• mare nuove correnti non n:1;io11:11i, nm mu:ionnli; tt d11rc una voce moderna ali' 1111i111a di rnnti milioni di italiani, q11a111imangi,rno <- heyono lrn l'nlpi e il ~olfo. Ern 1111n iin11rcsa grandiosa; UH\ appunto pt:rchè grnndioN:1 dejtna del Piemonte antico, t.: degni.!>.-.imaesser do\'e\'a del nuovo. l\011 1>0tevRessere com1>i111a. in pochi a1111i; 11111. .!wguendo In via buona anno per a11110 si doveva compiere un passo, e gli annnli del giornalismo J)ieinonie-.e 1>0tevnno e,;,sere fra i più bclh :rnna.li della storia cl' ltalin. Il gionmlismo piemo111e-.e,che iu origine fo In 1>ii:.:lotiosa lribu1m dcli' opi11io11e11117.ionalc i1alian11 nvev,t nella trncli:eiont! un nmmouimento molto chinro; scnu poi nessuna di c1ucllc en~d11à ol.)bl1gt1lurie che i1111>ac<"i,rno i pas'ii e ingombrano le CO<iC"ientedestiuate: a 11ro1>0rsie a risolvere 1 problemi sempre nuovi llell'n,..,•emre. Orbene, vedremo in un pro~•.imo articolo se a qne~ti bisogni soddisfi e di quali fori.e disponga il giorni:tle di Alfredo Frassa11, Ln Sla111pn. t'Ct'l'RRPLI.O. I.e UnlYcrslli popolari e la cultura. - Le Uni\•er• sitft po1>0lari non ~iovano a0utto al po1>olo, e nem– meno nl pubblico, in generale, ma so110 fatte, per lo J)iÌI, 1>er servire alle vane nn1hìtio11i di chi le duige, nll'utilità di chi v' in:-cgna. I.' Università po1>0hue, in fonrlo, è una scuola, dove chi inse– gna è pngato abbastan1.;1 bene, e non subisce con– trolli snll'cfficncia, la seriet:\ del suo insegmtmcnto. È nntunde che vi nccorrnno prur, s-.oti e macchine per le1.io11i• che vi tr0\'RIIO una nuovn ins1lcrata risor.!>;1 di ,1::11:1<1:tguo. l\11111011 ci si parli, per Cll– ri1!t, cli muore pel r>011olo e ,li interessamento per In cosi delta sua ele,..u1.1011e111ornlc ! Perchè io credessi sincera qucs1a turb.t di apostoli, la do– >Jrei sa1:,crc disintercssat,1 ; tlovrt.::i sapere che co-– c.lcsti professori, prima di tullo, fanno coscicnzio• samente il loro do,•tre nelle loro scuole, ed allora ammirerei <1ucs1emeravigliose tempre, questi spi– l'ili alacri cd insonni. Ma così non è! Trop1>0 in• scgnnno e troppo scrivono i ,,rofessori ! l\lolte \'Olle mi sou fallo questll ingenua clomanda: Ma quando. alh1 lor \·olt:1 1 studiano essi, e riflettono, e pCU/itfUIO? Del rc.<.to,anche i giovinotti intellettuali, i gen1 inco1111>resi, i mattoidi (1111111eros1) dell'insegno• 111en10, tuui riudii che J>t'r dcficienut d'intelletto o ver poltrone, ia, 11011sapendo studiare e lnvo– rnre d:t>Jvero, 11011 so110presi sul serio cl:ti \.-Ompt"– leuti e dagli i11tellige111i,nell'Università 1>01>0larc trovnno una cornutla, nou perh:olosn, bionda pn– lcslrn; i11grn1;in della bene111crit11istituzione, essi almeno possono ;ipp;i.rirc hrillanti confere111.ie1i ni loro umici, grandi uo111111i alle loro conosct:n.r.e, prorondi ~nsalo1 i al loro sarto e<l .il loro porti– naio. Nt:lle U11iversi1:\ popol:tri i11scina110 .iuche pro• fessuri, che, qu.111do si occupano dei loro s1udl, hanno fama (li :.erielà !-<:ien1ifica. Ma nella 11ova :tcc:1de111iaessi 11011,·u~liouo csc;er tenuti p,ed:111- ti; ci teugono nel n1>parire di vorin colturn, ed al• l'uditorio incompetente nn1ma11h,co:10qu.into essi slcssi hanuo nppeua inl;t:rilo, magari per l'occa– sionè, e spesso 11011 digerito t" 1111110 meno assimi– lato. Questi prorcssori. della serietà scie111ifica ha11110 un ruolto accomodevole e c1u;isi duplice concdto : vi è la serici~ rigoros;t che li fa con• trollatori di punii e di \•Ìrgole nelle monografie dn presentarsi ai cnurnn.i, per far c:arriera, e vi è IA bella t! Keniale d1sinvollura, quando ~i tratta di istruire il J>01>olo o di conrezionare libri di te- SI0, ))Cr for quRllrini. I direllori e 11mm1gers di Uni,..e1sit:"i popolari 11011 :,;idomandnno mai : che cosa si pub, che cosa ,: t1file in!'legnarc al popolo? Come 11011 hanno un concetto proprio di quello che debba essere un' i– de:ile collurn vo,)()lare (d.tto che esista una col– lma omnibus), cosi rifuggono quanto possono dal!\'> s1.1hilire ,;crie o corsi di lezioni delle quali c1ualche trae.eia possa rinu111crc nelle menti degli ascoltatori. Essi ripongono tutta fu loro gloria nella folla degli uccorrcuti, cpperciò li tentano c-011ogni sorta di ciul;.11;.111cschi, ichiami. Ogni conferenza deve r1.vcrc un titolo miraholante, se• <1uispedale: con In nmssium sfacciatl"lggine où in• coscienz:t si promette, in un'orella, <li <lnre fondo Bibloteca Gino Bianco a de~ e terra. Un buon P.usilio della coltura 1>0· polare lo si ~ scoperto nelle proict.ioui, sorta di lanterna magica per gli adulti, ciuenuuogr.-fo gra– tuito pci piccoli l,orghesi che 11011 han soldi per and~e a meglio divertirsi al teatro. Divertire, non istrurc, si vuole, per a\•ere gli spellatori in foll.:1. J)ercò si b:-ida, non al valore intrinse<::o degli ora• tori. ma ::i.. presentarne In massima quantilà: è chi.uo, 11011 sono le cose che dicono, ma gli uc– m1111che iuteress.·wo: ad udirli tropp,, volte, se ne ~r,lc la curiosi!:',, come di u11 m111tuo tli tc:1- 110 d v:iridà sfruuato. L'Università llOl)Olare è un'nCCildcmia di bei dicitori od un pulpito di pseudo scient.iati. Il pul• pito' so-.ti111i10dalla C"Attcdrn; il curato, ,h,I se– dictrte scenzhuo. jl:ros<1;0Jl\na111e11te ina1eri:ilii;.1a e volg,rmentc ,rn licleriralc ; ncll 'uditorio, l'assenso ,,assi,.o delle beghine è rap1>rese111a10dall'e<1uiva• lcutc. 11011 rueuo supino, :,ppl:tuso del buu11 1 ,o. polo che gusta sempre quanto intursc-e dello in oclio ai preti. .\la io 1>0s!'l0 ,were t!sagcr1tlo: la mia e.-.perient.a i11(]11 ,1ìdut1.lc 1>u òavermi dato un concetto eh que– sti b1ituti che non corri~poude ;111:t piì1 gcuen,lc realtà. Meglio, pili seri:tmentc e pensntamcnle 01• ~11niu.a1e.queste lezioni 1>01rcbbcro ;,:iovarer Poco di 1•ii1,io credo. Il morho della nova accAdemia, 1>er 111~. è nella intima smt natun:1, quindi iu-:nna• bile. L'utilìt;\ di codes1e le:eioni do ... rehhe dcri,..a1c per ror7.a, come conclusiontt cledolln da clua po– stulati che io credo falsi. Il primo: si l)llò impa• rare se,u:a fotiest, se11z1 parteci1>azione inlellcttiv-4 personRlc; 11secondo: \•i è una coltura generale t11'ÌCt1, che è utile k tutti; questa CUllUlk UIIIICI llìi, nei \'llrl indl\•ldui, solo per In qua111i1:\,non per IA<1u111i1~ Che il \li ìmo postulato sia falso, lo s:rnno e lo clchhono conrc~-.arc, nel loro foro iutcriore, ma• gari, quanti, rii profesqione ~seg-nanti, esercilnno il loro ministero con coscic11t:i ed at1e11zione, chè lo esperimc.•ntano luttodl nelle loro scuoi!.'. Se ncll;i falsità del seconclo po !ltuli.to , poi, do• vessero pur convenire, (e, se capiscono qu:'llche cosa, 11011 potrebbero farne a meno), 1lovrebbero anche Ammettere che non :tccadcmie oralorie, ma biblioteche ci vogliono per il po1>0lo: mn allora, addio profili i pecunialf, addio piccoli succes~i cit– t11.dini ! La collurn nutrisce, 1,:iov:t,solo qunndo chi 1:e sente lo spirituale bisogno, la ricerca: i bisoR11i di ro\tur11 ~no t1111to va,I qu111110 vntl sono gli infiniti spiri1i dcJ,:li uomini, e solo i libri, nella <1uie1e,lomestica g·uslati e meditati, possono di– sbramare quclll'I JHir.1sete, Per il popolo, e per il pubblico in generale, 1>ro– fessori e ~lmliosi uniscano i frutti della loro scienza e della loro es1>erient.a a co1111>ilRrc Jell~ guide alla colturl'I, dei cnrnloghi n1gionati di libri, O>Jeogni legittimn c-uriosil~ dello s1>irito sia indirizzata con sincero, disinteress-110, bcnC\'0lo aiuto: i 111igliori spiriti, sin11essi po1>0lnni o lmrghcsi, lrovcrn11110 nllor:t il cibo che ::1.1>petisco110, SO.'ilnntioso ver::i.– mentc; gli allri, gli sfaccendati, ritorncranuo, ob• bcdeudo al loro vero gusto, nll'ostcda ed alla partila n CArte, come prima, e ci perderanno l>OCO, Curno Muo?1.·1. Paul Dupln : •• Jean Cbrlstoplic. ., - Ronrnin Rol• foncl presento recentemente :il pubblico musicale europeo c.1ua11rocomposizioui di 1111 rnusici'lla for• matusi da sè in quel che concerne In tccnicn coni. positiva, scuzn m.ie. ,tri, col solo studio a1>1>a-.sio– nato delle 01>cre classiche. Non so se il nostro mondo musicale non dico abbia discus-.o In mu– sioi del l)upin, ma ne abbia avuto se111orc. Certo si è che i nostri soliti concertisti di limitato oriz- 1.onte non hanno aggiunto le com1m,i1.ioni del 1Jupi11al loro repertorio misto di cn1>0l,tvori male intcrpetrnti e e.liroba pi:mistica eternamente fuori di modn. l'er <Juel che rigu:-irda la criticn, essa si è ben guardatn dal fare le o-.serva1.ioni che, se 11011 altro, sgorgavano dalla comparsa di tnli com. posizioni, scampate miracolos.·une111c ;uJ 1111 oblio forse elcrno, nel clominio dell:t co11osce11xa arti• stica dei più. l::p1mre quelle composizioni e spc• cialmeutc rlur. d1 cc;;se: l'o,u/e G"o/f/1 ied e la Be, - ce11stt à /.ouisa (ispirale dnl Jea11 Christoplu del Ro\l,111d)sono ao:;saibelle, sebl.)c:nc bisognose per esser guslate di 1111 intcrprctt: es1te1to degli ardi· menti sinromci del moderno pianismo rrnncc.:.c. I cluc pc1.zi che ora ho no111im1tosono come la nprodutiouc ar1is1ic:i di due improY\'is:i:r.ioni cli un musicista sc1uisit;1mc11te poeta. Il 1>rimo co– minciato e interrotto a mo' di ritornello tfa un:. fr1t.-.esemplice, triste, re:-a quasi ieratica dall'im• piego dell.t senima minore in luogo della sensi– bile, è, nella parte centrale, solcato da un md– dolcimento iinpro\•viso ini:r.ianlc 1111 crescendo di grnndc potenza; la ripresa :1 com.le grandioso dello frnsl..'di Onde Gollfricd ne chiude l'uhimn strora. In 1111toquesto pezzo alit.t uu pal1>ilo di dolore dig11itosc, e quasi direi religioso, si dfl ri– cord,irc alcuni profondi prt:ludl di Bt1ch. dove la nostra anima s'inabissa e sembra uscirne conso- 3J lata pur ,wendo contemplnto il dolore di un pes- simismo r,1sse-gnato. L'altra COmJ>OSizione, ancor 1>iù dnunmnltca, r-ichicde ncll'e.!fccutore quasi 1:t coscien:t.""\ d'un attore. La scena ~ tra la madre vogliosa d1 sonno dopo la faticn Riornali~na, e il figlio che in\'oat il riposo allfl niadre con una nenia trovata Il per Il, melodico, n volte mdecisll come una ricerca piena di trovate impreviste e dolcissime. A 1111 tr;1t10 dopo alqua11to tem1>0 che le rm111id1 /e1111 CA,;. slojJhe careuav,rno la tastiera qua.:.i nlll.iautlonate nl loro sapiente cnpriccio, egli si rivolge c.... C'hutt ! Louis:1 donnt". Alzn le mani, poi coro1m IA sun volubile fantastlcht:dR musicale con una vaga ca,. rlent-' ~pt"sa, ... Un nuovo g~1110tl11nq11e? Ancora non lo direi. I li111i1idel 1renio sono <1uclh 111di I~ dei quali si climcnticano e ._i perdono i convcni;lonnlì~mi delle rnod~ e delle scuole. 1,; aclo1•ro questn 1,.,. rola grnio 111 1111 modo che, nella vita pratic.i, può avere auoorn un senso. ci~ per signi– ficare il CH!ill0JC di Arte vera ~ pura in coutrnp• pos10 col 111111111,oli.tore dell'artificio st!contlo li. modn e le corrculi c11tiche del momento. Orn il Oupin, ~l;benc nbbin una personalità sun e uno squisito sentimento di 1>0eta, è ancorn molto in. tricato nei r0\ i ti elle modernissime CSfli,:_cnne dis– sonan:re e ,lei raninati contro~cusi 11111 ,ic.th. J nliue, ci siR permes...:;o 1111 po' cli. diffidare di que.-.1 'elc• mento poetico, dca1111u1ttlco,descJilli\'0 o (..'Olll'Altro lo si vogli11chi:111mre, che ogg-i cosi abilmente serve II na<;<"ondere la impottnza dcli' ispirntion~ musicalt". Hct;thoven e Schumann, sebbene ceb1.s• IICIV UIC.U\, J~•c,uc. ,1c.11c 1010 L.-OlllpOSIZl(.101 Sllliil– tiOlli !l0clico-dra111n1.ttiche,osi ricche che \V:t~ner, con la sua consueta dt"bolezza crlliC1', 1lelh1 11111• sica. del pdmo arrivò non solo a farsi un modello per h, n111"ic" c..lei suoi drnnnni, nm ancora :1 dire che alh, pcrre1;ione di rptella mauc:i,..a ... 1111 testo poetico (!); BeNhn,..c11e Sch111111111u rierò crenrono ve, a music..-11, i-emprt>, scnzu 1ico1rcre allo nrmouit• artcf11t1ee 11! c.Jii.cgnlco111cappuntistici vol111amc11te imitativi c. di nessun vl\lore musiC'nle. Per 11"-Si• \."Ut"Atci della musicalità intera, pedetta, sovrana dell'i11gcgno del Dupin, ath!:ndiamo da lui che l'elemento poc1lco 11011 .!fi1t 1rop1>0 invocato a ra. vorc dt:IIA musica ; o, meglio, giaccbè i,ii J>erico• lerebbc dnr l~J:'R"i n ciò che 11011 sa averne, che si mantcngA e si 1H"CU~i.<::A musiri.!lllt ~mche llestnudo e immergendo le ~uc i,;pirn7,io11imusical! in 111111 atmosfera di e,..ocaxlo11i e di suggerimenti poetici. Giacchè non st:111p1·c si ha In forluna di trovai e 1111 ronurnto che, come il /tta11 Clirfllopl,e, si presti cosi bene, a <1uesta specie di esegesi music11le un po' simile Alle poesie ispirate a sit11a1;io11i dntm• matico-inlinic di Shakespeare, o ai quadri illu• strRth•i della Divina Commcdi.i. CIA:iNOTTO HASTIAN•U~LI. Il Mu&eodi Napoli. - 11 Consiglio S111u:riore delle Delle J\rti - qlles10 peuda,Jt 111 Con-.iglio Superiore delle U11i,..ersi1à, recentemente creato a mAggior gloria e v1111t11i,:,gio delle ca111or1ei111cl• lettuali italinnc - ha c.,;ordilo negli scon,i giurni a Roma l."011 un atto ch'è uun grande prome.'50: IR nomirm del 1>rof. Oe l'c1rn I\ Sovrintendente <lei Musei di Napoli. Sollo questo nome ampol– loso e vuoto, si voleva m:.schcrnre un incarico molto più modè!'llO in app.iren7.a, 111:1 assai pili SOStAn7.iOSO in renlt:'1: quello della Oin;-7.ÌOIICriel Musco dì Ni:tpoli. Co!!>ì,cou q11cs1n nominn, il Museo di Napoli rientra nel numero dei folti ni quali s'intere-.s:1 1 ed ha diritto di iutercss..,rsi il gran pubblico insieme al processo Salamone, ni disastri di Sicilia e di Cnl.tl,rk•. alla dic;organit• za.r.ionc dei ser,..•zi pubblici, ai periodici sberleffi dell'Austria: tulle proVvidenze che ci rendono meno noiosa In \•itn quotidinno. !\la fra tutti coloro che li. nomina del prorcs– sore Dc Pelrn ha sorpreso, il 1,H1 sorpreso, pro– babilme111c, dev'esser lui. Huon uo1110 in fondo e divertente :1bbnstauza - schcn.a! volentieri e fa ridere - 1>nrlid'archeologia, d'arrnniuistrntione o d'allro. In ~,>ocn s101ic.1 oltrepassatn fu Direttore enetti\'0 n\ ~lusco di Napoli; ma circ., quindici anni or sono un Minil'ttro della Pubblica lslro– i;ione lo m,md0,1 s1>asso, per c.inC.lpncilh > diceva la relazione uflkialc. Ora avevano bisogno di un corpo soliclo qualsiasi da mettere in 1111 Gahìuetto quasi-direllodale del ,\luseo, in modo ila llOter scrivere sulla sedia ciel direttore: o&e11/Mlu .... Ed hi.nno trovato che lui, in quindici :umi, ha 1101• turato molto, lnscinndosi indietro In sewmtina, in modo da cacciar foo1 i lJuclla c.ip. 'lcità che 1)rima non si vcllc>Ja a colpo d'occhio. Tuttavin, siccome c'è una maledetta legge che impone di porre a concorso il posto di Direttore del l\l u~eo. cosi in· vece di Oircltore hanno do\•uto chiamarlo So-– vrintenclcntc. li Dircltorc usci per la J)()rla coi ballcnli sp:1- la11cati: mn il !:,ovri11tendentc si coulenla oggi cli far cRpolino aurnverso i vetri della fiuestrn, nm• mico111do con l'ncchio carc1;zevole e burlone ai luogotenenti che stanno deutro in illtCS.'\ d'ordini I
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