Vita fraterna - anno IV - n. 9-12 - 15 mag.-30 giu. 1920

VlT FRATERNA gQdere pervertisce gli uomini, e le donne, trascinandoli a perdizione: infine lo Stato esautorato, la patria, la nazione im;omma, esecrata, viJ~pesa da una corrente di, fanataici che fa:rneticano una nuova ·umanità fondia.1a hl'internazionale, enza prepara;re le masse a questo •pervertimento: l'ia:rdisciplina, l'anarchia nel lavoro, nelle i·stituzioni-, nelle funzioni ,piu vitali dello Sta o. A poco a poco cÌI abiltuiamo a far a meno di ferrovie, telegrafi e di ,tutte •le comodità e r-a:flinatezze -d'ella vita: ora manca la materia prirrnai, ora .manca chi lai lavora. Gi•ii e i -libri diventano un lusso. Lvbri di sciienza non se ;ne tampa quas· più: è cara la carta ! Un osservatore nota, come sintomo di <lecadenza <lei libro, il pullulare -delle antologie. Esse ra_ppre emano in qualche modo quel,Jo che è i1 prodotto integrale, ri petto al prodotto genuino; il surr-0gato dleHa letteratura.· Il lilbro unico, insomma: -dopo. -del quale vie.ne la, ,tradizione orale intorno al fuoco, la leggenda, la favola= tutti ignoranti, finalmente, buoni, sempliici e-destinati al paradiso come ai! tempi dei patriar,chii. (1). Oll! è ,ques forse l<? ato preagonico di una società. Paolo Arcari, esaminando in una sua conifere=a lo stato d'animo della; ocietà, concludeva pre so a {J!OCO .cosi: ~ Crisi di civiltà, contraddiistiinta da parecchi elementi, che s'i possono però, dassumere nei seguenti tre: la DIOnaccettazione del dolore, mentre è nel dolore -che sii forgiano e si temprano CTJiani!mi e che i popoli ii fanno -granrli; la non valorizzazione &el lavoro OOllilefunzione, non semplkemente economica, ma altamente sociale; la_ non comprensione de11a /bellezza e nobiltà ili quel vivere modesto che, nel mondo antico, ebbe l'esempio più _fulh," -0 nel grande AriiStide, e .che, neH'età d'il mezzo, fu il caposaldo di una filo dia! prettamente italiana e enza dubbio anche ~iale: la filosofia france ca:na. :i> Tutto è facciata paganesimo. Ma lo stesso atteggiamento degli uomini d" pe~iero ri ente di tale momento anarchico e di dìlssoluzione cfUill mondo. La fiducia e i1 malessere ·Ii iil'va<l'e. Ne fil!OO tudia più, il pensiero smarrioce e 'inebria tli di1 ssoluzione . .Il sapere? a clle serve? Campioni ,di que to ato di co e o.no g!il uomi'Il!rde? partiti ava11JZatiohe formano quell'eleme o .attivo che in una ,combi.na.zione chimica produce la: ~composiz:cne della comlbinazione nei suoi componenti primitivi'. (r) I libri d,l giorno, gìctgno 1920, p. 284. BibliotecaGino Bjanco

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