Vita fraterna - anno IV - n. 9-12 - 15 mag.-30 giu. 1920

186 VITA FRATERNA ne perchè i banchi possano caipirle, abbassando a stento la voce per non turbare la reljgiosità della scuola. Anche oggi una di ,eisse; .pr.ima di lasciar l'aula, mi veniva vicina e mi ch:edeva titubando, quasi ·Ja sua fosse una 'Pret-esa fuor. di -luogo, un li1br-0da leggere. « Non l'ho - risposi - ma ... » E le feci balenare' dinanzi la 'Promessa ,dei libri - la stessa ch'E-I!a mi fece. Vidi guizzare nei ·stri occhi un rapido ra,ggio di gioia. Fu mia alunna di IV l'a•nno scorso ed è una di· quelle anime avride di sapere -che balzano in pie'di se.nz'avvedersene quando parli lo·ro, che g-estic-olano, annuiscono, esclamano, trasportate dall'en~ tus.iasmo, una di quelle anime per cui co·noscere e conoscere il be'Ile è una febbr,e, per le qual.i è vero che « i ·pe·nsieri sono realtà». Quante volte, si·gnora, fui. presa da tenerezza per una di queste anime, quante volte ho pensato davanti ad una di es.se ·che l'aula, i crepacci -d-ei muri, il vento che soffia di tra le fessure delle cantinelle dd ·soffitto, il sole che bruc1a il cervello perchè gli scuretti sga·ngher:at~ minaociano dii ca,dere a to,c-carli,, non s·ono poi un gran <lamno, se vibr.a nella scuo1la quella s-impatia s•pi,rituale che avvi,n•ce e crea lo spirito cLi essa, che fa della scuola la palestra ove l'anima ,e•sercità le sue più alte e più nobili facoltà. Qua•ndo ve-do uno dei miei bamb,i•ni e.ntrare nella · scuola in punta di, piedi, c0unipreso di• ris,petto-, e ne ve·do ,il viso illuminato da un raggio di serenità va,ga, mi capita talvo.Jta di guardare il soffitto screrpolato (domenica scorsa ce ne· ·precipitò un bel pezzo .nella scuola· e fu una vera fortuna se .nessun-O si fece male) i vetd rc,tti e... sorr.ido: mi pare ta.nto strano di· trovare armonia s-pirit-uale là dove le cose ... stridono. · Ma n,e•! tempo ~tesso mi pare alta e sublime potenza questa ili poter elevarsi -con la sola forza spirituale al dis-0pra dell'ambiente e non mii lamento delle carte geografiche che mancano, (vi supplisco con degU, -schizzi alla Iavag.na) non mi lamento dei v,etri rotti (vi entra- la buona aria che sa odor di verde) mi duole solo di non avere dei 'libri. Ne teng-0 qualcuno sul tavolo: Il Cuor-e del De Amicis. Il Vangelo -della Vita de'! Forster. Le nostre Alpi di G. C. Abba e vanno a ruba -nel momento dell'entrata; i primi, i più ·svelti e i più buoni li aprono li sfoglia.no, trovano I.a pagina di loro gus,to e le,g.gon,o. Gli ;altri, fanno ca,p.aillnello intorno, ascoltando. • Perfi,no il vocabolario mi chiedono. Vogliono l,e•ggere, hanno cap;to ormai che il libro -inse~n-a loro a migliorarsi ed il libro è un amico agognato, i·nsostituibile e che io non posso fornire ..... BibliotecaGino Bianco

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