Vita fraterna - anno IV - n. 9-12 - 15 mag.-30 giu. 1920

VITA FRAT..UA 16g ta:mente rappresentata dalla borghesia che l'avrebbe plasmata ed incaTnata, ma piuttosto da uno stadio di assestameo: o - e per- 'tanto pr-0vvii orio - creatosi dopo il Risorgimento, che diede una unità. politica al nostro Paese. L'Italia si formò nel secolo della creaziooe de11e forze industriali. La1 borghesia che aveva potentemenrte concorso a far l'It21lia, si trovò improvvisamente .in un paese 111on più schiavo: v-0lle cercare d'i renderlo ind'ipendente anche nella. produzione: i creò un.a borghesia industriale che non intui completamenfe forse il suo còmpito, ma concor-,,e a formare insreme alI,e· con<l~zioni .sociali ed economiche di allora, quello stato ili case che fino ad oggi si è protratto. Fu quello un periodo grigio forse più di rilassamento che di vera stainchezza. Perchè -la rivoluz·one <l'el,Risor,gimento :non cer nobbe iL sa,crincio di tutto un popolo: fu rivo.uzione, nel fatto e nel pensie~o, a,ristocratica. Venne lai guerra a segnare un muovo termine iniziale. La guerra ri-sv,egliò tutte le energie di tutto il popolo o trn. Ad es.sa parteciparooo le masse come le ar· tocrazie, non come nel Risorgimento in cui la ma a subì, enza determinarli-, gli avvenimenti. La guerra rivelò. attraverso un'esperienza durissima, i massimi problemi. Contribuì, attraverso un avvicinamento ed a un contatto quotidiano di tutti gE elementi di tutte le classi, a far sorgere la coscienza di muovi diri,tti, e di nuov,n doveri e d'i nuov.r orientamenti sociali. La tensione de1lo _ orzo rivelò 1e m.anichevolezze e le forze della organìzzazione politica, _ociale ed ecooomi-ca u cui -fino allora poggiavamo, rivelò le po ibilità o l'impotenza delle cla i e degli. i11dividui. "Tutti do,vevano dare tutto ,qu I.o che potevano dar-e. i rivelarono qu:e11iche d"edero, perchè potevano e dovevano, e ,quelli che pur pot-endo e dovendo :non diedero. Fu una prova che permise di apprezzare il valore positivo e negativo .d-eg~ i_tituti e degli u mini. Le mas e diedero tutto alla guerra: sentirono quindi, nella valutazion·e <l'elfo forzo compiuto, di avere a-cquistato nuovi di- .ritti. Era a•nche il logico compenso di un dovere a cui avevano aputo assolvere. Allora vi fu quasi un primo contrasto fra qneta mentalità creata! dalla guerra, ed una mentalità che la guerra non aiveva saputo modificare: vi fu la preoccupazione, come era dove~oso. che ci fosse di concedere molto a chi aveva dato molto, e d'i non concedere a chi non aveva dato? Ecco che i, rivelò una ilJnµotenza <fii, or.ganizzazioni e di U(r Biblioteca Gino Bianco

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