Vita fraterna - anno IV - n. 9-12 - 15 mag.-30 giu. 1920

zione vaindalica: « O v•o-iche amate i bar-bari e ne• cantate 1e lodi per nostra condanna, -badate al nome e. considerate bene - i loro costumi, Forse costoro potevano avere un nome più aippropriato? Sono chiamati ba·I"'bari, nome- appunto d~ ferocia, dii crudeltà, di terror_e•. Colmateli• di ·doni, non ri'Sparmiate loro inchini ecLossequii: ma essi non· sapranno fare· altro che guardare ,con occh'io bieco. e torvo i Romani. Per quanto, .possono, essi fni-rano sempre a;d, oscurare Io splendore e la, dignità de11a gente romana; feliòssimi se tutti i Romani -crepais-sèro. Dove poi ii ba·rbari mettono in pratica il pa:rciere sitb~1ect·i!s, lo fanno per comodlò loto, giacchè essi non hanno mai amato i· R.omanii. » (1). Così anche allora la propaganda: di, id!ee opposte avveniva come ai gio-rn.~ n.osltri, con. scritti d'ogni genere: mancava però la ·stampa che li di°ffon,d'esse fra ùe masse profonde, le quali a:llora • non partecipavano -con tanta passione ail di!battiti politi,ci, e sociali, C'era però. la propagandai oraJ.e deJi pergamo., e la chiesa r~dunava i. ceti in1feriori, i quali rivol:gevat11sif,identi. al' clero e pairtecipavano d'ella vita ecclesia·sti-cai attivamente el-eggendo i capi, e pro~ ved'endo all'ammini-straizione dei, beni c-omuni: Una specie di Camera' d'e.r.lavo-ro: con una dli1fferef!JZap:erò; c-he nehla cl1iesa antica era la parola, d'amore che .s'infondeva alle pl.elbi: nella at..: tuale ca,mera del! lavoro si diistilla l'odio col qual•e s'inebriano le masse preparalte a· ri-cevere il veribo <la ,una predicazione unicamente materiaùistica. E gl1 effetti si constatano nelle piazze delle gra~•di città. · E menfre la p·ietà cri-sti•ana man:1festava il suo dispregio per la scienza mondan·a con J.e parole: « Hoc est nescire sin,e ·Christ-0 plurima scire « Si Christu,m ibene scis, ·satis est si cetera nesci-s .», la furia ebra d'odio- .diei.bolscevi;eh,ii, ingentiliti dal progresso, sfoga il suo livore contro i1l 1 sa.pere scrivendo- sui muri: « morte ar, studenti!». · Verso il nuovo Medio evo.. Così, di pen$i.ero in" petùkr, siamo giunti a trovare una sp~ cie di analogia fra ili tempo che attrarver.si•amo e la ul'tims1,crisi dell'impero romano. Analogia, ben s'intende, non identità. Nel'- l"insieme ci cdpi,sce una quantità di ricors·i, nel fatto le cose sonp (r) TAMASSIA, Op. cit., p. 62, BibliotecaGino Bianco

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