Vita fraterna - anno IV - n. 9-12 - 15 mag.-30 giu. 1920

VITA FRATERNA I65 .svani ca nel e .fiamme dell'infenno per cedere ·1 o to a1ìa éi a d. Dio, destinata a rìunire tutti · popoli rigenerat' dal patto di Abramo e dal angue d. Cri to. > (1). -on pare <ii leggere la -prosa dea i e tremi ti ne tri più accesi? C'è, è vero, w1a d"fferenza fra costoro e i cri tiani. na vita i111teriore piritu,ale che manca ,comp etamente ai no tri ro i carlatti, i ,quali G'llJ ben lonta.ru dallo pirito d'i rinunc:a e d" sacrifici-o che fece tanto grande il Cri_tianes·mo. Tuttavia · fenomeno presenta delle orpren<lenti an21logie. Mai come nella no-tra società vi ·è 1111! elemento, · a pur trascura:ti·ssimo in ba:sso e in alto, che pen a, medita e offre, OJ>- presso da tutto il peso della vita difilicile anche nella ocietà romana v'eran per one che notarvano i vari movi.men i incompo ti e, quasi, non vedevano con antipatia que to ommovimento anelante a mutare u~o stato di c~se che n,on poteva più .durare. C'era della • gente che vedeva volontieri !"avvento delle nuove idee e anche J"immineme arrivo di nazionaliità barbariche più giovani, più pure. Erai fa corrente barbarizzante che contava molti aderenti nel mo-ndo antico. Appunto nell'epoca polemica gostiniana della Città di Dio, una logica fred1da e errata d. tr\lgge l'aureo a oforio a che il secolare patriottismo aveva fatto cintillare in orno a omini e· cose, care alrorgoglio nazionale del gran popolo ormai m ri,bondo (son parole del Tama s=a). Nemmeno l'imminenza defa catastrofe finale, sa1ve poche eccezioni, temperava 'asprezza di :mii~ giudizi. on v·ha inJfatti fra gli scrittori di questi tempi, a·cuno che superi SaJviano nel d=pingere a foschi colori e condizioni polit:-cJ1e,morali e ociali dei Romani. Il no libro Il go1,er110 di DioJ è una ter"ribile de criziane dei vizj romani ai quali si contrappone, qua i per farne ri altare i etri cc ori, il q~adro dei co-cumi ·de: barbari, ne· quali, secondo lui, raramente 1a ferocia e I truc· pa_sion,r vanno di giunte da virtù- puri- ime io-note ai deo-ene i fi- .g i di Roma (2). E' un po' l'utopia del paradiso terrestre bol cevico. Infatti chi stava loro vicino poteva accorgersi che non era tutta rcsea 1a -descrizione che dei barbari facevano i loro propa andi i. Ed ora sentiamo l'altra campana. Vittore Vitense, orico della per ecu- (r) Citato da FERRAR!: Storia delle Rivolttzioni d'Italia, filano, l'.870, voi. I, p. 36. (2) TAMASSIA, Vittore Vilense e Salviano, Estr. da li tti e 1emorie della R. Accademia di scienze, lettere e arti di Padova, voi. XIV (1:899). • BibliotecaGino Bianco

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