Vita fraterna - anno IV - n. 5-6 - 15-30 marzo 1920

VITA FRATERNA so -e dalle "'compli-cazioni inutili e ,costose, non implicando un lavoro suborclin,ato al ,pagamento altrui, richiede neoessariamente una picco-la r-endita, o per lo meno un capitale per ·i,n1comim:iare. L'uomo del nostro quesito si trova pr,opri-o iln queste condizi,oni. Si serva dun,que del suo denaro per lavora:re con in,dipendenzta e, per ini.z·i,are un genere ,d,j vita tale da Liberarlo q~aa1,to più è possibile dal bi·so,gno del denaro. Io raocomél!ndo a questo giovane ri-oco di non darsi mai mai al lavoro pagato da altri, (se nori come 1brev,e •esperienza, per conoscerlò). Lavoro d'iniziativa ,pers-onal-e, vuol_ esser-e, lavoro ,c'he . è una idea propri·a attuc1-ta.- non un compito assegnato ,da un altro ·uomo e comp,i.uto mecca11ica;mente· -col mi111mo sforzo possilbile, o un -compito in ,rni la propria intelligenza lavora a sod~ disfare, .non i.I propri,o criterio del bello •e del giusto, ma il oriterio del « pubblico » o del « 'Cliente ». Scelga il lavmo che più lo attir.a, faccia 11 giardiniere o il fattore o i,!.ma-estro o il pr,edicatore, ma per cariità, in quel -lav-oro attui• qualche sua idea, produca qualche ·oos'a che a lui sembra bello e util,e. E' co~ prezioso per l'umanità il lavoro •che non è subordinato al.Ja intenzione del gu,adagno ! An.clie n,el lavoro pagato, come si ricerca la coscie112iosità, l'inJelligenza, la ·buona volontà, che nessun dena•ro può comandare o pag;are ! Il lavoro-, che il ,denaro 11011comanda e non pi!,ga, è quello che àrric.chisce il mondo. E ogg,jdì la società s-offr.e di mi:seria profonda perchè, dalle opere più alt,e alle più umili, manca il lavoro non pagato. Quel povero dena:rn ! Non ,serve proprio più a ntienbe ! fovece cli lavorar,e per ammucchiarlo 011:deottenere qualche bene d1aJ!e sue stremate forze, l.avoriamo per -produrr,e -ciò -che il dlenaro non può -più pagare, la roba utile, siano pènsieri o patate; e impariamo a ~ar durnr,e la roba ·bu,ona (-che è così poca, mentre del povero d-enar-o impotente oe n'è tanto), ·impariamo a ricavar.e il molto dal poco, l'util-e cl'all'inutile. P.oichè l'uomo più indipendente, oggidì ( ed anC:he l'uomo economicam-ente più utile alla società),· non è qu-ello che 'ha pi-ù denaro, ma -quello che più. riesce a far-e a meno del denaro. E il miglior uso che poss:iamo da:r,e al.Ja ricchezza è di metter-ci in co,ndizi,m1edi- fame a meno. Se .alla veochia fras-e « gu,a,dagnare per viver-e», che oramai suona « vi v-er,e per guadagnwre », si ,potesse sostituire quest'altra: « produrre per vi•v,ere», pur dandole il signiificato di, « vivere per prodrnrr,e » ! Lr 'A CA1co. BibliotecaGinoBianco

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