Vita fraterna - anno IV - n. 5-6 - 15-30 marzo 1920

VITA .FRATERNA n3 petenza, ponga la sua ricchezza a ·disposizione di quegli ·individui -0 di quelle società che egli più riconosce competenti. Ma in nessun caso gli consiglierei di pogliars-i di quello che _possiede si1J10al punto di dovere guadagnare per vivere, anzitutto _perc-hè così faicendo eglr 10n avrebbe più la possibilità di attuare le proprie idee e cli porre liberamente il bene altrui a scopo della .sua att-ività; e inoltre, perchè chi lavora per guadagnare di regola ,deve assoggettarsi a perpetuare una quantità di abitudini dannose alla società (perpetuate dai metodi e dagli copi del lavoro), e perchè per lo più· egli ha bisogno di un guadagno a.s~ai_maggiore ~della somma che gli ba:sterebbe per vivere se vivesse di rendita. Sembrerà trano, ma è proprio così. Chi viv•e di guadagno - professionista, impiegato, commerciante - in prevalenza è obblig.ato a dimorare proprio dove la vita costa più -cara, è obbiigato .a mangiare, vestire, ecc., con una -d'ata pe a, a richiedere servigi-O altrui per tutto ciò che non ha· i! tempo di fare da. sè, e di cui in ma ima parte non avrebbe neanche bisogho, se potes, e impostare la propria vita senza -dover tener c9nto, per il suo guadagno, delle opinioni e degli usi altrui-. Chi è ricco può, se vuole, ridurre enormemente tutte queste in.comi.n'Ciando dal fabbricarsi la casa più atta a viverci economicamente (per es., tutta la sua ca a usufruirà d~lla luC;e diurn.a, mentre negli appartamenti a.ffittah quante tetre ale da pranzo consumano un P?,trimonio di: luce elettr-ica !) .circondandola del -podere che qua.si ,ba terà al vitto della famiglia, spendendo .a.ssài menu ·per gli abiti e per il servizio ·altrui che in gran parte non gli occorrerà più. E pur facen'clo da sè molte .cose per le quali chi vive di guadagno dipende dal lavoro altrui, gli_ resterà· empre più tempo ( e più energia) per le occupazioni intellettuali-, per l'azione fra gli uomi:ni, che se dove se guadagnare per vivere. Anni fa, Domenico Pastorello pro pettò u Vita Frater11a un confrontu tra il ,pov_ero impiegato, i tupidito .ne1la sua grigia cella mefitica, e l'uomo affrancato dalle pa toie del mondo, -che vive con france cana semplicità, con pochi biso!mi e molte gioie, in una attiV'ità personale feconda fra gli uomini e ,nella natura. Era pieno di evidenza il ,contra to, ed esprimeva perfettamente il pensiero mio; ma nel!' e orta re gli uomini ai eguire que ta via piutto to che quella, Pa torello nolll embrava rendersi conto che in fondo egli di-ceva: « Perchè dar i a quel lavoro pauato negli uffici, quarudo è tanto ,più bello vivere di modesta rendita! >. Poichè la vita ch'egli descriveva, per quanto lontana dal lusBibriotecaGino Bianco

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