Vita fraterna - anno IV - n. 5-6 - 15-30 marzo 1920

.IIO VITA FRATERNA ogni pregiudizio di reddito o di gloria. Per ,costui J.a professione è puramente e semplicemente quell'attività ,ahe in quel momento e secondo le proprie attitu<lini appare •più -necessaria -~ più fecon- <la di bene. fo fin dei •con.ti perchè si sceglie una certa prof.essi:one? Nessuno, io. spero, studierà medicina -i}er ,giovarsi di eventuali epidemie. Dunque la professione dovrebbe essere ·il mezzo ,più conforme a l'individuo per l'eser.cizio della sua funzione sociale. Sul terreno dell'etica nessuno mi vorrà - credo - contraddiire. Dicolo.ro che s'avviano ai commerci in ossequio a le opportunità del merca,to internazionale - moltiplica-ndo la ,pletora degli intermediarii - non g.i,ova occuparsi. Si pr-ende una laurea - è vero -e si spendono• per ·essa pa- -- recchi d~nari e qualche fatica. Ma una laurea è la ·ratifica della · società ad un programma personale, non un ·impegno diell'indivi- ,duo verso la soci-età. E la laurea è pur sempre un titolo di cultura e di car'atter·e .anche se no.n la si -esibisce come :passaporto ·esclusivo n.ell'itii1,erario della v:ita. Senza -contare che l'offer.ta di titoli ufficiali supera generalmente la ri1 chi·esta della società. Se tutti gli avvocati, esercitassero 1a. professione dell'avvocato, non baster.ebbero a sovvenirli i litigi e i furti pur .già soy,rabb011-danti. E se t11tti i medici ·aspiiras,sero ad una condotta s'imporrebbe J'istituzion•e di nuovi paesi·. Ciò che conta non è la professione ma l'importanza e il rendimento del ·proprio lavoro. E lo stipendfo o il reddito non è la grusti•ficazione o peggio la nobilitazione del pro,prio lavoro, ma al contra·do il lavoro giusti.fi,ca e nobilita ,l'uno e l'altro. La prestazione della propria opera è il dover-e, la retdbuzione ne è l'alimento e la gara112ia. Se almeriio è vero - -come a me pare - che sia l'individuo fatto per la ,società e .non la soci,età -per l'individuo. - S.e un. uomo dunque - per qualsi,asi ,ragiione - ha ,già assicurato quell'alimento e quella garanzia, non ha akun diritto di p.reten- <ler.ne ancora. E tanto meno allora si dovrà ,pr-eocc11•paredella re-- tr~buzione nell'intraprendere la carriera. Certo la questione in :pratica è affidata a la coscienza di ciascuno. Se - anche ricco - io mi sentissi inclinato a la professione •che .mi si è con la laurea autorizzato ad esercitare, e crede si di J)Oterla es-er.ci.tare -con distinzione •e benemerenza, avr-ei torto di badare ad altro. A meno naturalmente, che qu·est' altro mi promettesse distinzione e benemer-enza maggiori. Ma sar,ebbc stolto BibliotecaGino Bianco

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