Vita fraterna - anno III - n. 22-24 - 30 nov.-15 dic. 1919

VITA FRATERNA pce-ta canta; consimile per valore e per caratteri essenziiali, anche se diverso n:dla sua forma esteriore. Per l'indole sua intima.mente religiosa e ·filosofica, 1 1 'anima ,orjentale ,anche nel.L'arte è istintiviamente portata a scevrare 1 1'esperienza dalle sue accide.Ìlltalità -esteri-o,ri, a coglierne i?essenza, 1a discernere I·~ cifra comune alla propria esperienza ed a ogni altra <li eiguale signi,fi.cato per lo spirho pur· essenldo cli~imi.le di aspeHo. E' a cagione d!i ,questa continua sintesi cJhe qualche men:te inv-eteratamente occidentale hia sccrto in Gitanjali ;piuttosto delle gi-aa1d'.i.dee generali, d!eile divagazioni più o meno fiilosofiche, che non le intime es·perienze personali di un u.omo. Ed è curioso nota,re che è avvenuto anche l'opposto: il èontirmo «io» del ·poeta ha potuto far dire .che l'opera soo <leriivasse essenzia1menite dalla cul•tura d'occidente, perchè l' «io» a,ùt'Obi.ografico è tutto dell'ana1ìtica anima occidentale, mentre l'ainima orientale, nel suo ,generalizzare, non dà mai voce al: piccolo « io ~ personale, tlimitato e cadluco. Ma se gu,a.rdiamo bene notiamo appun'to qiues.to interessantissim01 fatto, -che pur dicendo «io,», e pur dandoci il •senso vivo; lirico, <lell.a sua personale esperienza, il pot>.ta ll1011 ric·orre ai ,panticobari esteriori nei quali ha corpo questa sua eSlperienza, ma. inivece ce ne dà sempre ili puro -enso pirituale con tma formola che abbraccia egualmente esperienze d'altre .-ite che muwono in altri mondi est.emi. Per questa orientalissimà.., car>,at.tei:istica, nel suo pa:rlare la ,fi,gura non è fio-ritura. o coiore e riilievo, o illustrazione, ·ma è p,uramenit:e la forma che l'invi·s.ibile, l'indicibile idea prende per manifestarsi; è ci.fra. è formola, è sin- . tesi. Però nota,ndone l'a intima orien,t,a\ità non vogliamo certo dire che Gitattjali possa mettersi a,caanto alle anti-che o.pere poetiche reli,giose <leH'oriente e con,fon&ersi con queHe; s,e .così fo~se, non la diremmo o.pera deJil.ospi~ito orientale, ma bensì imitazione dell'antico pensiero orientaile - e n,ull'a'.tro ne sapremmo dire,-ipoic-hè sarebbe una cosa senza vita -propria, url!a eco d'altri ·tempi. Troppo spesso consicle,r.iamo nazioni e r.azze secondo criteri do,vuti a certe epoche del, l'Oro passato. e il loro evolvere a contatto d'altri rami dell'u1:nanità ci a,ppare dapprima uno sna,turarsi della loro indole _poco vitale di fron'te alla i!llVadenza straniera. Ment>re invece la robustezza di vita di una mtz.ione (come d'i u-n in<lividuo) ·i è data d,alla misura -in cui assimilla (non imita) il meglio delle aJ.tre na•zioni; è ;•a nazione che non s.a imparare da un'altra che firnisce per servire qlliella ,per di-pendere in qua!clhe riguat do da quella: e il risveglio, d'm1 po-polo decaiduto è sempre iniz~ato da elementi stranieri che vengon'O a ri<lestare i germi vivi dell'anima nazionale. Biblioteca Girio Bianco

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