Vita fraterna - anno III - n. 20-21 - 31 ott.-15 nov. 1919

\ vm FOAT&UU 383 malatia, mormorò piano, per timore che i compagni avver issero la sua manifestazione di se11Sibilità ( «Jui ! se•sibile ! per carità!))). - _ « Io ero all'ospedale in quell'epoca «maledetta» e creda ho ,pianto di dolore, di vergogna - di rabbia! Che 'terribili momenti. An,che adess0 110n ci po.sso ,pensare a luogo!.. .. » -. Non ,sempre però Campi lasciava «emergere» la parte mighiore della sua natura: aveva dei gior.ni neri, quàn<lo gli pareva -che nell'ospedale si commettessero delle ·ingiusti2:ie o quando la ·sua -povera gamba gli doleva più del consueto. Allora tornava il « iremico dei kruiv.ir.i »; si chiudeva per de!le ore in cupi silenzi per er,ompere in invettive ad un minimo pretesto. 5pi-rito irrequieto, ribelle, i ,sentiva attirato a buone imprese e 1100 sapeva tro_vare in sè la forza necessaria ,per coqibattere l'impeto della sua natura violenta. 1Brit1avano però - pure in questi giorni di burrasca - delle -Ore di, gioia. Ricordo il mattino in cui mi parlò della sua bambma « che non aveva più paura di lui! >J - che il giorno prima anzi aveva fatto una passeggiata in giardino con lui, C :i alzava, allora, Campi, e ca. rn~ncia\ra a cammunare con Je stampelle) sorrideva feiice: in quel mome17to il « social-rivoluzionanio » era sparito. Fece però, ahimè!, ancorai rit-0rno e frequenti volte. · II \24 maggio si preparò all'o½-tlale una lieta festa in onore dei soldati. N ~ refettorio tutto .ornato ,di piante:verdi e di bandierine, sulla favola fiorita di rose (-avevano preparato la decoraz1one le sign-0ri'rl-~ di1 guardaroba, chè a .;;oi. mancava il tempo) spirava urraria di sad giocondità. C'era quel giorno un appetitoso «menu)}, c'e· -raino d,bni per i de.genti; non si festeggiava il loro valore? Io avevo fatto preparare una tavola in uo posto ben comodo con di51>osto att-0rno ,sedie, panchetth1i, cuscini, perchè Campi e i due altri feriti - i pi'ù gravi - che ancora non mangiavano in refettorio - vi po. tessero quel gi-0rno venire e -partecipare alla festa. Ma qua,ndo, lieta, jo entrai ÌJn cor. ia ad annunciare agli « :interessati f la sor,presa, mi trovai davantf tre musi lunghi. Compresi -che c'era vento di tempesta. Non mi lasciai sgomentare e dissi dei posti. che per loro erano stati preparati in refettorio. Campi - con una stizzosa « crollata-,, <li. spalle, rispose che loro come al solito, avrebbero mangiato i11 corsia. - « Ma che novità è ~uesta? » - interrogai· ,stupita. E Campi il quale moriva dalla vogbltia di dare ,sfogo -al suo cattivo umore, mi rispose, con irruenza, che loi;-o non sapevamo cosa farse-ne di quelle cerimonie <ìuando si trovavano così rovinati, che era uno sbaglio «-piantar» Biblioteca Gino Bianco

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