Vita fraterna - anno III - n. 20-21 - 31 ott.-15 nov. 1919

VITA FRATDNA con .la quale stava ·,cOillfezionando un ,cestello. Poi con accento di profonda sincerità: - (< Io, ·invece, lavoravo proprio p.er l'idea. i, ~ Lo credetti facilmente. Mai un calcolo di basso interesse guidava le sue azioni. La s.ua generosità fra i -compagni era p,roverbiale quan:to i ,suoi di·sconsi-i•nvettiva. Faceva sempre abbò-n.danti provvi,ste di ,siga-ri che disrtrirbuiva ai compagni, ma guai a chi ne lo r'ingrazi'ava I Verso i com-p-aigni·che più soffrva-no ·•nelle povere memtlra straziate aveva squisite gootilezze, lui che era gravemente colpito ad una .gamba e portava in volto •la larga cicatrice di una p.rec:edente fer~ta. Mi faceva, a volte, maravig!-ia df vedere quanto ri- ~onoscenza mf dimostrarsse allorchè gli diisponevo i cuscini in modo ohe la sua povera gamba pote·s,se ada,giarsi• nel letto senza dolorè: pen,savo alle « sfuriate i> coin Ile quali, magari un mi-nuto prima, aveva irnveit,o·contro la società in generale e il ,personale o,spedaliero in, !l}articolare, 1 e f.ra di .me sorridevo ben sa,pendo cosa, pensare di quella irruenrte eio'quenza di ri.beMe. Una voha lo udii r.imp,rovevar-e a,spramente un compagno perchè mi aveva. fratto •pendere del tempo a,lla ricerca. di un ,pjjama che lo .soddisfacesse. ' Se sovente i·nveiva contro il governo, mai inveì contro la patria. Le sue teorie di abolizione di tUJtto qua,nto vi fosse di abolibile non· intacca.va-no l'integrità del suolo natio. Aveva combattuto con fervore. Da lui ebbi, una viviida de ·crizione di avanzato, cioè ·delle impr-essioni· del -s-olda-to che muovendo all'assalto di tri:ncea i,n trincea va ava•rnti, verso ila più lontana meta, ebbro di ardore e di glo,ria. - « Si1gno-rina, creda: se i nostri ufficiali no·n ci avessero fermati, noi, per conto ri.o,stro, col de,silderio della vittoria, non ci saren1mo ane~tati ,se non all'ultima. trin1-cea da cÒnqui's.tare. Sino a Trieste si sarebbe arrivati, noi! i> - <( Non es·agerare, Campi! ll - dissero i due o tre ,compagni, ,che si trovavan,o i,n corsia. Campi li guardò· co,n s-prezzante compatime.nto e riprese: ..:_ <( Cer.to, sino a Trieste. NO!n c'erano, no!, dei pulcini nel mio regg,imento, -no. Eravamo _tutti pieni di vita, noialtri>>. - Spi•rava tane profonda ,sincerità <la queste par,ole, dallo sguardo animato di Campi, che i compag-nj ,non osaro1J10 più ribattere. ' Non so in qual modo una volta si• venne a parlare dell; tremende ,giornat-e -di CapÒret1o e Campì eh-e aveva a pe1J1aconchiuso una sfuriata (inovente: .un rimp-orovero del sergenté d'ispezione) - lasciò niorirsi sulle labbra· le ,ultime alltiso11a·nti invettive e rimase I cwpo, ta·èi1tur,no, comé fissato in un penrsi,ero di dolore. A me, che stavo m::ttendO' un;i fasc;a ,!i pr.otezione alla sua povera gamba BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==