Vita fraterna - anno III - n. 20-21 - 31 ott.-15 nov. 1919

VITA FRATERNA seri divini; poi colse nella storia grandi figure; grandi fatt", e ne creò un mondo favoloso eroico; poi sentì gl'indfvidui umani attorno a sè, l'intrecciarsi dei loro destini, e fu quello il suo mondo. ed è tutt'ora; ma con tendenza sempre maggiore a non inventarf'. ad attingere questa realtà nell'intimo della propria vita. In qucstn moto della fantasia creatrice sembra di ravv:sare ·una evoluzionr· del senso del divino: l'uomo ha sentito Iddio prima nella natur,1. poi nella sto1)a, poi nella ocietà u1~ana, poi nel proprio spirito. e Spaziarono ì miei occhi su ogni yisibile cosa prima ch'io Jj chiusi e dissi: Tu sei- qui ». * * * Così ci ritroviamo con Gitanjali, · ohe in ve- _rità ci ha guidati per la via percorsa. « 'Du se.i qui » : ma in Gitanjal-i il senso della immanenza diivina è molto Jol.1J1:andoa qu~ll'immanentismo filosofico i·l quale - per poèo che si voglia viverlo - fa della vita una cosa piatta, senza motivo di dlramma, senza dli.vino mistero, senza tlllTiatllosforzo d'as•cesa, senza acfora- .zione e p·reghiera, senza individlualità, ,che iperduri. Nelr' approfondi,rsi della coscienza di partecipare alla vita di tutta l'umanità non si ··per<l!ema si acct'e.&ce il nostro !Sentire, il nostro pensare, cioè il nostro io i1idividu.ale; chi più p0ssiede questa -cosciienza - non concetto· intellettuale, ma esperienza - più lo sente e lo manifesta. (Spesso a sua insaputa, poichè è quando non pensa a sè che il Sè pensante è più vasto e vivido 'e caratteristicamente individuale). Perciò Colui in cui tutto vive è l'Individuo supremo, centro irradiante d'una sfera illimitata nel cui vivo spazio viviamo. E noi che moviamo in seno alla sua vita siamo individui a sua somiglianza, perchè siamo centri vitali che quanto più lontano irraclliano attorrio a sè nella vita ove tutto vive in Dio, tanto più vit<.·l fanno propria; non •sciogliendosi in essa, ma -immedesimandola a sè, ciascuno secondo il particolare raggiare del proprio centro, econdo la propria particolare funzione nella vita del tutto. Perche l'individualità non è periferia delimitante, ma centro assorbente, e irradiante. Perciò toglie all"uomo la sua essenza vitale quell'immanentismo che per dire « lo SJ)irito » ha bisogno di negare ·1e individualità spirituali. · Cotesto immanentismo ritiene sacro ttitto ciò Ghe è, indjftintamente, e vieta dli volgere fede e spera111zaa ciò che sarà, a ciò che deve esse're; questo potrà forse adattarsi alla vita degli animali;'_ ma quello che distingne l'uomo della bestia è che per lui e"iste ciò ehe lo tra ·cende - esiste il mistero del divino. esiste l'aYvenire BibliotecaGino Bianco

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