Vita fraterna - anno III - n. 20-21 - 31 ott.-15 nov. 1919

\'ITA FR. TERSA 363 Con Gitanjali (Continua:dom), Immagini orientali, qu.este di Gitanjal-, no• w:o perchè tratte dallla vita ientatlte, ma più anco a per I.a tutta. orientale fu ione di emp:icità col parlare figurato. Per la vi spiritua1e la figura è espre sione ben più pro~ta - e più chiara - che non esposizione in termini -di puro pensiero. Que to vi.en dopo, ripensando. Ma mentre si vivono, i fatti dello spirito per espri- . mersi s'i carnano istintivamen e nei fatti sensibili che trovano piu prossimi a sè. Leggendo Gi anjali, ho.sentit<> una vo.ta ancora come non sia una somiglianza fortu ·ta que a che porta ad esprimere vicende spirituali con immagini materiali, ma ben · una vera armonia fra e leggi che tutt_o 'reggono, materia e spi• rito. el canto « E-gli vi ne, viene .... , (45) i diversi momenti de I.. natura simboleggiano « i diver i momenti delk> spii:ito >, m quelle vicendle naturali attuano anch' esse, in 1.ll1 altro piano del1' <..ssere,quel per•p~t:.iovenir~ cli Dio che è la vita rli tutte.-, la gioia d'. tutto, ed anrhe il dramma, perchè. è un venire non mai com-- . pleto, frnito, ma che procede di continuo. < Ea-i viene, viene, sempre viene .... ~- In ,questo verso ripetuto risuona non oltanto sicurezza ed esultanza, ma anche anelito perenne. Del dramma fra 1uomo e Dio Qitanj&ti rende le più de icate fumature. < Un t-empo io non· mi tenevo pronto o_gnora alla tua -vresenza. Pure allora ven:ivi al mio cuore incognito, con,fuso alla comune fo.la, o mio Re; e mentre ignaro 11e ero: pon° ti i - il o de!l'eternità su molte mie fo:,-gevoli ore ..... > ( 3). E i gridi p1ù .:empestosi: « Come l'uragano ricerca nella erena pace la propria fine, pur quando _contro ogni pace scaglia la forza ua. così la mia ribell"one si scagI:a contro il Tuo amore, e :1 !!'rido che ale è ancora: - Io voglio Te. ... > · 38). , A'.tro tocco de!icati_simo è la fragranza che il giovane crede venirgli dai fiori del mondo, e non sa che invece esala dal primo ~l;>ccciare del celeste « fior di loto:.> del suo pidto. Inquieto egli aspira quel profumo nella brezza, vi sente < il _offio desioso dell'estate che ane a alla ua pienezza:.>, e it1 que to aneli o s'immerge, ignaro che il divino gli è fiorito in cuore, che è uo pur che voglia coglierlo. « Il . uo cesto rimane vuoto> perchè il « offio estivo» eh ·egli ste~so profuma il!udendo~i lo di ogl"e alla ua prima fioritura cli anima e di canto ( o). Biblioteca Gino Bianco

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