Vita fraterna - anno III - n. 16-19 - 31 ago.-15 ott. 1919

VITA FRATERNA 3o3 cl amò çon voce tremante: - « :\-Ia se:itela, signorina., sentela? ... Come si può -0.ire che è be'LloYivere senza J' onore? > Era tale ~a sana, chietta forza mora1e che erompeva da • quell'anjmo eµiplice che gli s e i compagni non poterono sottrarsi alla sua influenza. Un'altra , alta stavano discorrendo i soldati fra di loro delle famtglie, dei genitori, quando il sardo vi to che i compagni nei loro discorsi ;manifestavano opinioni rispetto e verso :i genitori, saltò sù ad e clamaré: - « Mio padre mi ha mandato giova?:s imo, via da ca a a la,·orare: io ~on gli ho mai dato un soldo del mio guadagno, nè mai glie ne arò, in qualunque condizione lo ~.appia. Ha voluto che io mi arr ngiassi? Si arrangi pure ui ! I compagn: protestarono ontro simili parole. Baldin ,poì non seppe trattener i e dominando, non so come, il leggero imbarazzo di _parola, rivo1 e frasi roventi al compae-no. Poi parlando a sè te so - con infinita tristezza - mormorò: -- « Dire così del proprio padre. Ma io per mio padre, darei la vita, senza -pebsarci ! >. Ed era si*cero. Le lettere che riceveva dai genitori commuovevano. I prir.pi tempi si faceva leggere gli _critti di ca a da tm fedele compa~n_o, un veneto. poi, partito il compagno, avendogli io c_hiesto un giorno - poichè lo vedevo contemplare con occhio ansioso e tris e ì caratteri che olo on ~apeva decifrare. - « Vuoi che te la legga io la lettera dei tuoi genitori, figliuolo?> - mi risposej un tale sguar'1o di l11mi11osa riconoscenza, che io non ebbi più alcun dubbio sul favore che facevo a1l'ardito. Da qi:.el giorno ettbi l'incarico di legaere gli scritti dei genitori e di 1'ediger11e le r,: poste. Se ripensi~ alle semplici arammaticate lettere provenienti dal pittoresco lPaesello veneto, vicino .alla guerra, il mio cuore -riempie di conhmozìone come al ricordo di una dolce melodia u- <lita in quieti iorni lontani. I genitori non apevano pm m qual modo e primere il loro affetto al figli1 ontano. Lo chiamavano dolce figlio gentile - figliolo amorqsi1simo - e e stavano un poco di tempo senza ricevere sue notiz~e - parlavano di lunghe ore di ilenzio e di angoscia passate accanto al focolare triste - de le lacrime < che la cara madre versava > e quando finalmente la lettera del loro Nane veniva J rassicurarli - scrivevano di non finire di baciare le care parole !<lei loro figlio gentili imo. Terminavano infal1ibilBiblioteca Gino Bianco

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