Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

Il VITA FRATERNA rette dalla ,fede di poche anime elette, e che· vi siano persone di civile condizione le quali si -adatt'ino a tre anni di lavoro pèr conquistare quel diploma che poi non ha alcun valore legale? Anche le infermiere della Croce Rossa, sole, credo, fra le infermiere volontarie europee; si adattano a seguire i corsi per i tre anni, traendone una preziosa perizia nell'adempimento del loro santo ed importante compito, cd inoltre, ciò che dovrebbe essere un di.ploma d'infermiera, ma che agli effetti legali non è che un pez,;o di carta stampata ed artisticamente fregiata. Gli uomini di gÒverno che vollero recentemente onorare in Campidoglio l'opera cli queste infermiere con parole cli gratitudine e di plauso, non trovera.nno mai momento migliòre di questo in cui l'amore patrio· sospinge verso le mansioni d'infermier tanti elementi preziosi, per fare il primo passo sulla strada additata da altre nazioni alleate eh.e in questa materia hanno sull'Italia 50 anni di pre.cedenza.' Non medaglie, non discorsi sono il degno premio delle infermiere, perchè nulla di questo si volge a beneficio degli infermi e della riforma del servizio .di assistenza, scopo e meta d'ogni loro sforzo . .Solo il riconoscimento legale del diploma d'infermiera quale titolo di studio, tangibile conferma dell'utile opera p~estata, permetterebbe inoltre cli gettare solide basi per la creazione stabile del personale d'assistenza superiore del quale l'Italia necessita. · Taie riconoscimento non dovrebbe per nulla intralciare la libertà degli ospedali di· arruolare Ìl basso personale. ed avventizio richiesto dalle esigenze del momento, nè portare alcun pregiudizio alla PQ•Sizione del personale già in servizio, ma parmetterebbe d·i formare una gerarchia e di gettare le basi per le future riforme, attirando alla professione quegli elementi superiori che la mancanza d'ogni garanzia sia pure solamente morale tiene lontani. La necessità di tali elementi si rende ognora più evidente, insieme all'opportunità di cercarli fra il sesso femminile, e questo per molte ragioni, fra le quali la principale è che if buon infermiere è tale non solo in virtù della necessaria accurata istruzione, ma sopra tutto di certe innate qualità - egli insomma non si crea artificialmente ma nasce - ec1 a cjuesto occorre aggiungere - che nasce piuttosto di rado e quasi sempre di sesso femminile. I punti di contatto fra l'ammalato grave e il bambino sono innumerevoli, sia per quanto riguarda le esigenze fisiche che morali,. ma mentre, che io mi sappia, non si sono mai tentati esperimenti d'allevamento del bambino con personale maschile, nell'altro campo, netla .moderna società l'uomo si è sostituito atla donna, ususrpando man.sioni che presso i popoli primitivi e netl'antichità erano quasi esclusivamente sue. Sommando gli insegnamenti della BibliotecaGino Bianco

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