Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

Jr , 12:.Z VITA FRATERNA si ribella alla mostruosa sconfitta; - sobbolle tra il fango l"acqua pura che non si mescola-e su si fancerà -liml)ida e scintillante fino a,1 cielo, rica!dendo a disperdere quel farngo, inesorabile. Vecchi governi e vecc'hi tortuosi metodi di governo pare og·gi che ·quasi ciechi s'accaniscano a mostrare il loro insostenibite anacronismo in una follìa imperialistica. _Ma certe parole non si ag·itano impunemente sul fiammeggiare di una bandiera, - giustizia - umanità! - ; se le si tolsero fuori e: se ne fece 1a molla· d'azioni;! di legioni innumerevoli, è perchè si sentirono, esse, reaLtà nei cuori di quelle legioni; ed ora che la guerra materiale è vinta, si sognerebbe cosf stoltamente, di sopprimerle, .taH realtà, dal cuore .__degli uomini? Follìa, fol.lìa ! quos v-ult perdere D'eus amentat. Quando il- fuoco è appiccato non lo si soffoca con la paglia, nè lo si spegne con 1 l'0Jio. No-n si calma la se-te e la fame di giustizia dei popoli ripetendo l'ingiustizia sul piccolo Belgio e sull'ltal,ìa generosa, - nè fantasticando un trattato che ammaz;zi la Germania e risusciti l'Austria .... Poichè noi, albbiamo fame e sete di giusfzia. E se lo spirito ca:lmo, traen·d-osi un poco in disparte, può veder l'oggi assai meno ne ro, pttr nella sua attualità, che !'ieri; se può ammett·ere che qualcosa tlei principii wilsonìani è stato attuato, - che un passo nella lega delle nazioni si è fatto, - che le nostre rivendicazioni nazionali si possono dire raggiunte (e. tu. pure, ·Fiume, la più dilett'a e la piii amante delle nostre sorelle, non potra-i mancare!) - tosto una impazienza generosa c'investe. e il nostro spirito gri_da forte: 11011·basta ! non basta !.... Se noi amammo Wilson « con l~ ginocchia del'la mente inchine », non fu per ,la superstizi,osa e -pigra del'.zia dell'inchinarsi a. un idolo, fu per l'impareggiabilre gaudio del mirare un verbo fatto carne. Ma se ,]a carne cedette, i•\ verbo non èadde per ciò, poichè è· scritto nel nostro profondo; 'l'alt-a fiaccola che i ladroni cercarono di far abbassare a col]ui che la portava, e di spegnere, egli può non averla saputa difendere col suo sangu.e, ma mille invisibili mani d'una folla innumerevole erano pronte· ad afferrar.la ed a tenerla ben franca, - ed essa non è di quelle che si estinguono. Noi siamo di quella folla: non lamentiamoci se è anonima e non sta sui fast'gi del potere: era forse troppo presto ancora perchè qu.el!,a fiaccola su -di essi splendesse; ma non è troppo presto che splenda nel· cuore dei popoli - ed è ta·l forza che in essa, e non altnove. o prima o poi si rivela il potere. Maria Carpi Arpesani. BibliotecaGino Bianco

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