Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

• VITA FRATERNA • 149 Note politiche Avevamo fatta nostra 1' ultima angosciata perauz~ di E. 'Susmel « Wilson non può essere _contro Fiume; sarebbe conllr.o sè stesso». Wilson è stato contro sè stesso. Egli ha sancito pubblicamente quella condanna che la coscienza non osava formulare, attendendo sempre, che la Conf_erenza di Parigi pur al!' ultima ora fosse, per un'audace e in1(provvisa volontà, re<lenta e purificata. Chi aveva visto i miracoli dei popoli e degli eserciti aveva ragione di spingere fino ali' estremo la fede in un miracolp dei governi. Il messaggio di Wil_son ha segnato questo estremo. Per ogni 1)'iù tena-ce, tP•iùpaziente fede è ca•duto, nel nome di Fiume sem:a macchia, l' inganno. - Si divoran le tappe della vita: noi abbiamo l'impressione che si sia chiusa d'improvviso in questi giorni alle nostre spalle la giovinezz~ e che la nazione sia precipitata piuttosto che entrata nella- • sua maturità, una maturità triste di esperienza: anche la dura guerra, la sua tormentata vigilia di neutralità son giovinezza ·1uminosa in confronto' all'amara conosc:,Cnza d'oggi. Compiamo in questi giorni o abbiamo compiuto il giro delle esperienze nella vita politica internazionale, e resterà forse alla nazione, come a individuo cresciuto a pieno vigore di vita, una sola e unica certezza in sè stesso, nella sua volontà, nella sua idea. Avevamo dato apertamente fede a Wilson in nome del suo pensiero che prima degli avvenimenti europei egli aveva affermato nei suoi scritti. Quali siano i fatti che seguano le rivelazioni che dobbiamo attendere e che getteranno forse la più triste luce sulle""" complici cupidigie ,di forti e deboli - la debolezz;i. non è equivalente -di giustizia - resta sempre che nel messaggio di Wilson questo pensiero è. stato tradito e nella lettera e nello spirito. -Potevamo presentire che mille intrighi si sarebbero tesi intorno a \iVilson. Noi non potevamo attenderci disinteresse dalla Francia e· ò.all'Inghilterra - se pur nessuno avrebbe mai osato immaginare tanta volgare ·disonestà nei loro governi: venivano alla pace come noi con tutta l'a prezza della guerra patita; l'Inghilterra con l'orgoglio del suo ~§jigio, la Francia con un'amarissima consapevolezza del suo infiac'chiµiento. Solo da chi veniva da lontano, da un •paese forte e si·curo, fra 11oi che vivevamo nel <lolore, da quattro anni ogni giorno nell'incertezza del domani, aspettavamo il calmo e alto imperi9 della giustizia .. WHson non I' ha saputo usare; ha rinsaldato i fili degli inter.essi europei anno.dandoli a quelli del suo paese, poi con una mossa, che si stenta a credere solo imprudente e impaziente, ha scoperto impavidamente ali' Europa il tristo fà~ voro, e la tr-ista compagnia di Parigi . .Biblioteca Gino Bianco

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