Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

VITA FRATERNA dir<-: prova. delusione. riprova; pazienza, tenacia, volomù: d.c-di-- zione. E questò è fatica. . Per questo noi «doniamo>> i piani. (ciascuno il proprio) e· di·.:iamo: attua te: e critichiamo I' inerzia altrui. Proponiamoci di ~acrificar molti piani a!jtratti, per uno. Ptrr modesto. concreto. Riv~lgiamo a noi le stessé critich~ che rivolgiamo agli enti, alle i tituzioni. ai governanti. Chiediamo, diritto, alla nostra coscienza: Teniamo noi fed'e, giorno per giorno-, _ora per ora, al nostro pensiero di bene e cl' ascesa; « facciamo >l noi tutto quel giusto. tutto quel vero che deprechiamo non attuino gli altri nel loro campo. tutt.o quello almeno (assai più che non si creda) che si pnò pur tra pastoie? Actuiamo noi la coerenza tra l'idealità e l'azione in studio quotid1;:ino eh' essa lF,;enga sempre più perfe•.1a ?, Coerenza vuol dire studio 1ncessan te: ricerca cli vi:rità; intirn · lavorio costante e fedeltà in atto alle sorgenti: vuol dire armonia tra l'impulso e l'effetto: fiamma che dall'intimo investe e avvolge e 1C>rmenta e foggia le cose e le opere. Lavoria-mo noi di proposito a tale (<coerenza»? Se no,. cominciamo da quest9. Parlo a voi, fratelli giovani, come a me stessa. Dic:o a voi per dir pure all'anima mia. accidiosa. L'ufficiale che chiede se non sarebbe bene approfittar della ferma per propagandare tra i soldati idee morali e nozioni utili, pensi, elabori, maturi il suo piano, e faccia, subito, nel s·uo plotone. Il maestro che deplora retorica e frammentaria la scuola, richiami nel!' aula sua per ogni mezzo la viva vita dello spirito, tucli la maggior unità pl)ssibile del suo programma in. relazioneall' •.mità t1mana de' suoi scolari. Il commerciante che denuncia la frode, fac.cia l'onestà, comunque rrli cosfi. Lo studente che freme cli vaghe impazienze cominci dal solido studio serrato; libri e cose e fatti; e sè. e gli altri. Ma studi, ma st"9di, ora; _poichè ora è quello il suo compito. ' ·Façcjamo, con fede nel!' opera nostra, quando pm·a ansia di bene la muova. Anche qui un granello di fede basta a nmo-ver montagne. Se la feçl è p vera. è vacillante, scrutiamone le agioni; approfondiamo; chiariamo a noi stessi.· Nutriamo, appurandolo. di tanto I' imp.ulso che d'altrettanto rimbalzi. Non tem-iamo troppo l'errore: è presunzione. Fare - sarà s·empFe meglio di attender che altri facciano. Sbagliare, in buona fede, sarà sempre meglio che poltrire in sogno. Spesso l'opera perfetta a' nostri occhi, è sterile; mentre. dalla d~ficienza e dal!' errore di cui ci doliamo, germina inavvertita messe di bene. BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==