Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

VITA F1lATERNA Facciamo noi, e crediamo che c'. è un «co-ntagio » del bene, com,: del male. Contarvi potrebbe significare sbagliar i conti: crederci vuol dire dar ali cli speranza ali' op-era _nostra. Ancora Salvemini ammonisce: Fate· fate fate. Ognuno per conto suo faccia come meglio può, sicuro che moltissimi altri fanno altrettanto, ciascuno nel suo ambiente, nell'esercito e nel paese. E terzo. E' facile a chi persegue le luminose v1è un egoismo spirituale, eh' è male, come qualunque altro .. La sete del ricevere, l' avarizia nel dare. La parola è vana se la vita tutta non la confermi e l'avvalori. Ma è un mezzo. Cristo parlava,· « anche >i alle turbe. Doniamo noi abbastanza di quel che possediamo di tesori s.piri!uali, per privilegio? Ci ricerchiamo tra- simili; ed è giusto. • Ma perchè rifuggiamo dal discutere con chi -giudichiamo troppo lontano dal nostro ordine di idee? Perchè non promoviamo la confidenza, non accogliamo, pazienti, le idee altrui, qualsiansi. sforzandoci di comprenderne l'origine, per rimoverne le radici? Perchè non pensiamo che se giova l'esperienza superiore, l' inferiore è pur utile, poichè ci costringe a provare ed affinare e chiarire i nostri convincimenti nella difesa~ Perchè non scalziamo sempre con'· sereno calore l'errore che parla o lavora intorno- a noi? Perchè lasciamo il popolo, ché pretendiamo d'amare, i_n balìa della attiva propagànda materialistica:? .Esso non verrà a noi se noi non andiamo a lui, ma co n « vero >l amore, cuore a. cuore, mano a rnano, davvero davvero fraternamente. O le infinite possibilità ~li bene che trascuriamo! Le responsabilità che tutti abbiamo per questo riguardo! Che le nostre parole sgorghino da p'rofonclità pure e sincere, e si dirigano ali' uomo, alla «divina favilla ll; non temete: vi ris.ponrlerà, non il facchino, il soldato. la donnicciuola, ma « l' uomo'' çhe dolora e che ama e ,vi ha «sentito» col fine intuito, sincero frate.Ilo. O può essere non vi risponda: e chiuda, inavvertita, la parola di verità; non sarà tutta vana.· Non chiediamo di veder il frutto del nÒstro lavoro; ringraziamone Dio se, talvolta, ce ne concede la gioia. • Noi, doniamo! Seminiamo, ovunque, con generosità infaticabile, insieme con l'esempio,_« la p•arola » del bene. Non v'è terra così arida in cui non possa un giorno attecchire un piccolo seme. Superiamo la superbià, la pigrizia, e pure, talvolta, la comoda umiltà! Io benedico chi instancabile mi mostrò le sue vie. O come· nebbiose dapprima! Ma poi fu luce, per la costanza sua! BibliotecaGino Bianco ' '

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