Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

VITA FRATERNA grnnde sacrificio: escano, come già alcuni, dalla sfera raccolta; traducano in atto la loro esperienza, le «verità·» coperte nella segreta paziente geniale ricerca.· . Si mettano duci-nella politica, nella scuola, nella società del manipolo baldo e impaziente: prima che l'entusiasmo s'afflosci •ella piatta consuetudine che insidia minacciosa. prima che gli astuti aggioghino a fini inferiori. Non sentono, Essi, i Maestri, diffuso, in attesa, il consenso e l'invito? Non vedono come, idee loro, ardite ieri, son oggi comune possesso? Non più forte e vasto li sospinge il senso della loro missione di capi? Si mettano alla testa dell'opere! i giovani li chiamano. Italia 1-i prega! Intanto, nelle loro indicazioni, tra noi, fratelli. facciamo le intese. Tre proposte: vogliamo guardarle insieme? E' antica moda italica parlar di sè e delle proprie cose con critica acre, ironica o sconsolata. Vorrei poter fare il bilancio del bene e del male che ci ha apportato questa coilettiva tendenza! Ma la moda (che rinasce!) è ormai tanto abusata che dà la nausea della sazietà. La mutassimo un poco? Un giorno, a forza di studiare i microbi patogeni che normalmente albergano nel nostro corpo, mi persuasi ch'era impossibile io ·vivessi: ma, chiusi i libri e spalancate le finestre, sentii, gioconda orpresa ! sana e. prepotent~ tutta la vittoriosa vita per O<Tni fibra! Non fu così, per attimi almeno, anche nella nostra vita nazionale? . O vediamo, guardiamo bene i nostri mali, ma da uomini forti e sani, non da inerti piagnoni. Non vi dirò la mia convinzione ( che, badate, non è mia s,oltanto I); non vi dirò dunque l'immodesta convinzione ·che il popolu nostro sia «potenzialmente» superiore ad ogni altro, e rinuncio anche alle prove, quindi. Ma dico-: se invece di lamentare il lllale, affermassimo il corrispettivo bene «fatto» o che si « deve » fare, con altrettanta costanza, con altrettanta cocciutaggine con cui, in vincolo fraterno, sapienti e imbecilli salmodiaron per cinquanta anni sulle nostre magagne? Esempio: se invece di dire: i nostri operai sono ·_ignoranti, inferiori a quelli delle altre Nazioni (e io lo credo, poveretti!) dicessimo: durante la guerra le nostre industrie han pur superato se stess~ :. il nostro operaio non è inferiore ad alcun altro per « capa- . cità 1> intrinseca; ma «dobbiamo» coltivarlo? Se invece di dire: in Italia la scuola è in fallimento (e lo credoi ·sebbene non in Italia solo) dicessimo: «bisogna>> con ogni mezzo portar la scuola al grado che le spetta? Biblioteca Gino Bianco

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