Vita fraterna - anno III - n. 8-9 - 30 apr.-15 mag. 1919

/ VITA FRATERNA Ma dominiamo lo stupore doloro-so; ma. crediamo che la giustizia non tradisce; ma non pensiamo gettato il sacrificio, fallito l'ideale. Forse che Dio non è là, vigile, al sommo del nostro cam- .mino? Le sue vie, mistero! Ma abbiamo- fede in Lui, e nella voce segreta sicura immutabile in noi: Beato chi à fame e sete di giustizia; chè sarà appagato I Crediamo. . Tutto il nostro coraggio éi è chiesto in questo istante per non vacillare; perchè l'angoscia no.!1 ci paralizzi; perchè ne rimbalzi più imperioso il dovere. . E, chiuse, un attimo, le porte che danno sul mondo, parÌiamo delle cose nostre: par.liamo d'Italia: di questo gruppo nostro vario, ricco, fervido, che ricerca la possente e feconda armonia delle :-'.te·genti e delle sue opere. Siamo a una terribile «svolta» del cammino. Se per forza di yolo-ntà e <li puro amore reggeremo il tin one. trascirieremo la greve macchina per le vie rnigliori, per l'ascesa, lenta, ma sicura, già iniziata. Se non reggeremo, la macchina greve ci trascinerà nel baratro. E allora a rifarci! Perduti immani teso1·i: rimandate le conquiste. Ma non sarà. C'è fermento di bene per ogni ordine, pm vivo che mai. Ci si ac-:osta, pellegrini delle varie strade: ci si tocca: ci si riconosce al timbro che ris,ponde impensatamente. amici. operai dello stesso lavoro, per gli innumeri piani. La catena s'allunga e si rinsalda. Si' sente nel «tono» delle riviste che. pullulano. delle conver- ' azioni che sorprendiamo, in gruppi eterogenei. L'ansia nostra è diffusa. Bene! « Siate o non siate di partito, ma proponet;evi di collegare le vostre forze nel senso d1:1_ll'ascesa, ctella rinascita»,. dice Salvemini nell' «Unità». E a me pare che ~clo l'essere in quel senso, basti a collegare ·le varie opere.- Ma ·i giovani sono perplessi e impazienti. Ieri potevano essere i,upulsivi· ed audaci. Oggi. no; la o-uerra li ha ammoniti eh'~ richiesta l'audac·a maturata nello studiò,· nel raccogli111ento, profond0 febbrile ,spesso doloroso. Che la « semplicità >> dipende in gran parte dalla relativa perfezione d~ll'impulso. ·E accorrono ai maestri; e chiedori'o: - Vedete? Tanto c'è da fare! La vita è bella e ci pulsa vigo: rosa in cuore. L'avvenire è santo ed è di chi lo violenta. Diteci, diteci: che cosa facciamo? Veniamo a Voi, precursori; a Voi che Hell'ombra preparaste le vie nuove; verso cui s'orientò inconsciamente la prima giovinezza nostra'. Diteci: che dobbiamo fare? Faremo. O questi che stettero appartati da!la vita pubblica, dolenti o_ :-deg-nosi della politica. della se ola. della· società. compiano :I Biblioteca Gino Bianco

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