Vita fraterna - anno III - n. 4-5 - 28 feb.-15 mar. 1919

VI·TA FRATEIUIA <diede collaborazione scritta, ma di opera; fu per il gruppo di propaganda, creatosi dopo Caporetto, in Vita Fraterna, che egti fece i'l suo primo discorso, nell_a scuola di via Stoppa!1!i, il su9 «debutto» com' egli lo chiamava, iniziando - tra una commo-- v.ente esplosione di entusiasmo popolare - la sua mirabile ultima attività; - è Vita Fraterna ebbe pure l'onore e la gioia di collaborare un poco col fervido « Centro di lavoto per i sol.dati:», -che ne fu iniziatore, all'organizzazione pel suo diS<:orso in CotA.-- servatorio del 18 gennaio - la sua Festa. La sua morte è lutto, grave e profondo, pianto accorato, andie per ·noi, per la piccola fervida famiglia· di Vita Fraterna èhe ha ·p:erduto in lui il suo grande e santo Fratello .... · Ma egLi. stesso conforta il nostro dolore· - : la testimonianu eh' egli ha resa e ri,petuta tante volte ai Ì\forti, l'ha pur ·resa· a _sè .stesso - la promessa che ha ·fatto per loro è viva anche per Lui. « Essi - ha detto - torneranno a noi - e ce li troverem• vicini ed aniici ogni qual volta con-zbattererno; come essi, per un .i-deale ». Ecco --:--non lo abbiamo perduto! Lo richiameremo t ·a noi, Jo riavremo « vicino ed amico», se combatteremo la buona battaglia, .se proseguiremo verso la meta ideale. Fiere di averlo av,uto Amico, ci inginocchiamo ulla tomba dell'Eroe, e giuriamo di serbar fede all'ideale cli Patria e di Umanità al quale Egli si· è immolato. ADAR. 'La missione della donna dopo I_aguerr:i ? Quella· cli portare nella famiglia la fede nazionale che oggi gior1"0 ne è. speeso assente; e, per portarla, sentire l'idèa della Patrlia, non come una bandiera da esporre alla fi~estra nei giorni !festivi, ma come- una fiaccola da rendere sempre piµ luminosa pér essere, degni di que1li che'. oe l'hanno trasmessa accesa a prezzo di sacri~ fi.cio. Se Je donne d'Italia sentiranno - e ciò sarà - questo dovere; Se « tutte », come oggi troppo poche, uniranno all'amo~ della fa,. migli.a e della casa un amore almeno al,trettanto forte e fattivo pec la nostra Italia, i nostri morti non saranno più morti. Dai candidi ghiacciai, dai verdi boschi, dal rosso Carso essi toraeranno, a 1n.o[ E ce lì troveremo vicini ed amici ogni qual volta combatter<e·mo, .:come essi, per un ideale. ' · · J l11glio I9z7. T:rn. FULCIER! DI CALBOLI. Biblioteca Gino Bianco

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