Vita fraterna - anno III - n. 4-5 - 28 feb.-15 mar. 1919

Il VITA FRATlìltN'A dentro, dove non vi è più parata possibile, abbiamo pur visto d1e cosa l'ospedale è ancora in Italia; abbiamo scoperto giorno per giorno, con profonda• p.ena, con angoscia talvolta, le lacune, le· tristezze, le vergogne del loro funzionament-e; abbiamo capito come il povero non abbia tutti i torti nel suo timore, nella sua ripugnanza per l'o-- spcdale .... ; abbiamo sentito che il problema ospitaliero è tra i più ·gravi e urgenti che la guerra ha - ;1011 creati (perchè esisteva an- ' che prima, e come!) ma accentuati e più largamente rivela ti, e :mp,osti alla soluzione pronta, volonterosa, illumin.ata. E, dall'Ospedale, o.Jtr; le sue pareti, per mezzo dei &uoi ospiti, abbiamo sentito come mai prima l'esistenza e la entità di altri problemi: l'assistenza del malato povero in c~sa sua, la vigilanza sulle abitazioni ·popolari, sull'igiene della vita e del lavoro del povero e delÌa sua famiglia, dei suoi bambini anzitutto, - sulla salute pubblica. La guerra poi 11011 ci ha solo rivelato 1p,roblemi: essa ha pure destato· in noi un nuovo stato d'animo cli fronte ad esisi. Molte giovani donne· hanno_ iniziato i'I loro servizio d'Infermiere solo per il biso,gno di avere il 'loro ·posto, di «servire» anche loro nella grande guerra che mobilitava tutta la nazione. Ma nella nuova opero•sità, una nuova vita si è aperta a loro e in loro: f1anno visto ii1torno il perd~rare oltre 1a guerra dei mali, delle tristezze da consolare e da sanare; hanno sentito che il bisogno, il dovere di occuparsene, di « servire_,, perdurava con essi. . Da questo, l'aspirazione; il desiderio, l'imperioso bisogno della coscienza che tante tra noi sentono, che tante amiche nostre ci hanno manifestato: di continuare nell'operosità buona, di risolvere i problemì che non ci lascerebbero ,più riposo ora che ci si sono rivela.ti. · E· ~tato detto, con ragione, che sarebbe il fallimento dell'opera delle Infermiere di guerra se esse lasciassero o~a gli 051p,edali così come li hanno trova ti, se credessero di aver fatto opera compiuta e se ne tornassero alla vita di prima, paghe e dimentiche. Ebbene no: gli ospedali di guerra vanno vuotandosi e chiudendosi via via, e le Infermiere che vi hanno prestato l'opera loro sono via via rimandate alla loro vita consueta. Ma l'Ospedale come istituto così importante e così difettoso ancora, così bisognoso di riforma e di progresso, rimane. Non possiamo, non dobbiamo· dimenticarlo nè disinteressarcene. Sorelle Infermiere, in questo spirito ci siamo unite e vi chiamiamo nell'Associazione che abbiamo formata, in un piccolo nucleo BibliotecaGino Bianco . -

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==