Vita fraterna - anno III - n. 4-5 - 28 feb.-15 mar. 1919

VITA FltAT:tlUfA 93 * * * Or sono quatti-o anni l'Italia chiamava alle armi i suoi figli, e additava loro la meta da raggiungere. Un.a comune disciplina, -per necessità imponendosi, veniva a livellare r1ella nuova compagine degli arma.ti tutte quelle accidentalità che nel campo borghese rappresentano e privilegi personali e di f fere:nze di classe: una nuova scuola, la scuola dell'uguaglianza e della fratellanza sottentrava a quella dissolvente dei rancori, degli odii, delle lotte di partito, perchè si rivelava la sola che potesse dare all'Esercito la virti1 di omogeneità essenziale per la vittoria. E dalla guerra scaturiva, .quasi naturale portato, quel senti- - mento di fratellanza, che in tanto eccidio e fra tanti· sacrifici, liberavasi dalle strettoie dell'egoismo per rifulgere; che fu intimo a tutti quanti più o meno furono, partecipi e sofferenti della bufera; che fu più profondo, perchè maggiormente compreso, in coloro che al fronte maggiormente fecero e sopportarono; che nòi vedemmo sublimarsi, nella vita di fatiche e di periglio defla trincea, a tal punto da rappresentare in numerosissimi casi l'obHo di se stesso per la salvezza del compagno. Come al fronte, così nell'interno. Quando al nostro popolo si imposero privazioni, le quali, estendendosi anche a11e classi agiate - meno preparate delle altre a sopportarle - fecer0 conscie queste ultime per la prima volta dell'esistenza di braccia fino allora ignorate o disprezzate, quelle braccia che allora non producevano più e che dovettero ricono- . scere artefici della loro fortuna; quando il .dolore con fatale imparzialità colpì le case dei felici e dei miseri, si intese che ciò che fino aJlora era stata utopia, si trasformava in un che di concreto. Così vediamo sorgere in ogni città d'Italia opere di carità e di beneficenza, costituirsi uffi'ci e comitati di assistenza civile, un generale concorrere ad alleviare i disagi e le sofferenze che la guerra causava, delinearsi il reciproco aiuto. E in sì dura prov.a - che tutti accumunava, - si vide che al di sopra delle -meschinità della vita, al di sopra d'ogni mate- -rialismo che fa vecchio il cuore, vi ,è un ideale che è la meta della missione. dell'uomo nella società; l'evoluzione e l'umano progresso; e meglio comprese chi più soffr.ì, che tal fine l'uomo non raggiunge procedendo isolato, se non vi è il concorso fraterno cli. tutti consociati. Così. di ·ei quasi. può scorgersi nella guerra la celltrla di quel BibliotecaGino Bianco

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