Vita fraterna - anno III - n. 4-5 - 28 feb.-15 mar. 1919

90 VITA FRATiRNsA - ra artistica, astu,cci, e c., etc.) vi sarebbe forse da guadagnare altrettanto e più. L'inconveniente è di trattare coi negozianti ed i clienti, per cui organizzando questi negozi e dando loro un carattere distinto e rispettabile, si potrebbe avviare parecchie u una via utile, ma per farlo bisogna esservi; non basta consacrarci un'ora al giorno in mezzo a mille altre occupazioni; bisogna nc,i:1 far altro per qualche tempo finchè la cosa vada. E bada che que:!!t.e sono cose facili a fare. Il difficile è <l'avviare ad aiutarsi da sè chi è abituato a ricorrere alla mendicità, sia pure all'alta mendicità ep,istolare. L'elemosina non giova; anzi. Il negarla è ancora pii1 odioso. Sì, bisogna mettere mano alla pasta se non si vuol fare un'opera da dilettante, assolutamente inefficace. E intanto il problema stringe e con quali tenaglie! Gangrena a chi ne soffre e chi è il favorizzato. All'incontro di quel che Shakespeare dice della carità, è doppiamente maledetto, maledetto chi ne resta schiacciato e chi vive nel lusso accanto a tali miserie! Bisogna assao-giare la povcrt;ì p·er giudica ne e orizzontar5i nei rimedi da provare .... M. S. Ancoroper i bombinl ! Cara Vita P'ratema, Da un anno le tue parole d'incoraggiamento e di fede vengono a trovarmi in mezzo al mio mondo piccino. M'interessai subito a Vita Fraterna ed alle questioni ch'essa trattava; ma quando \.e. tua parola sci ri.-olse con particolare interesse ai gravi problemi dell'infanzia, sentii che al tuo pensiero risp9ndevano le r12ie a pi. razioni. Alla dichiarazione di guerra entrai a Milano, in uno dei tanti Nidi che raccoglievano i figli dei richiamati, e seguendoli giornaimente, dovetti fare la doloro a constatazione che la t)rima infanzl-a della classe povera, era troppo tra cu.rata. Nessuna colonia, nè ba~ neare, nè clima bica, accetta in Italia, bambini al ·disotto dei cinqu.e anni; eppure che falange di miseri esserini cresciuti fra gli stenti, senz'aria e senza luce, figli di malati o di vi21iosi, avrebbero bisogno subito d'un ambiente che ritemprasse il Oo,ro sangue e li restituisse alla Società più forti e robusti, pre.parabi a continuare una vita di fatica e di lavoro! ·Quand'anche il bambino, bene o mak, potesse resistere sino ai sei anni, età in cwi gli verrebbero aperte le colonie, sia climatiche, che balneari, queste l'op.iterebbero p.~r quaranta giorni soltanto e, pur essendo meravigliosamente i;>rov- ·vi..de, non bastano an molti casi a rifare un'organismo. _ Perchè non rendere duraturo e non perfezionare quanto s'è fatto .durante la guerra? Così pensai, ed aiutata da altre buone volontà, apersi in Pa.tlanza la prima colonia Elioterapica Permane.nte dove vengono ospitati bambini gracili da un anno ai oique. Villa Sagi, che trovasi in posiziòne incantevole, in riva al lago che Je si stende dinnanzi corrisponde bene allo scopo. Ma l)t:l!Ò OS'l}itare soltanto trenta bambini ed il cuore si stringe pensando a - le domande che vengono giornalmente res,p,inte. Io, che vedo i meravigliosi frutti di questo primo esperimento e cond,ivido tutta la Biblioteca Gino Bianco

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